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Milan, De Ketelaere l'8° più pagato di sempre? Occhio... i precedenti pericolosi

Federico Strumolo
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 Il continuo progresso della tecnologia ha spostato le trattative sul telefono, tra chiamate, mail e conference call, ma non c'è niente di meglio, per chi le racconta e chi le vive in prima persona, delle sane vecchie trasferte in terra straniera per provare a chiudere un affare. Esattamente come quella vissuta ieri da Paolo Maldini e Ricky Massara, rispettivamente direttore tecnico e direttore sportivo del Milan, partiti nella tarda mattinata verso il Belgio (e tornati a Milano in serata) per parlare faccia a faccia con la dirigenza del Club Bruges della stella Charles De Ketelaere.

 

Una missione, necessaria, dopo settimane di trattative in cui i passi avanti erano stati pochi, nonostante la chiara volontà del giocatore di vestire la maglia rossonera. Una prima offerta da 20 milioni di euro, nemmeno presa in considerazione dai belgi, un'altra da circa 5 milioni in più, per arrivare all'ultimo affondo da 31 milioni, nonostante la richiesta di circa 40 del Bruges, forte di una proposta più ricca da parte del Leeds («Non abbiamo ancora chiuso, ma siamo anche su altri obiettivi» dice, intanto, Jesse Marsch, tecnico degli inglesi). L'incontro tra i due club è stato cordiale, proficuo, ma non definitivo: per la fumata bianca, in sostanza, servirà più tempo (e 3 milioni in più).

Ma se si dovesse realmente giungere a una conclusione positiva della vicenda, l'affare De Ketelaere entrerebbe nell'esclusiva lista degli acquisti più costosi della storia rossonera. Una pressione in più per il 21enne trequartista - il quale già dovrà fare i conti con il salto in un campionato complesso come la serie A - e un'etichetta che potrebbe schiacciare il giocatore, come accaduto tante volte in passato quando si parla del Milan. Perché se Maldini e Massara difficilmente sbagliano gli investimenti, come dimostrato da quando guidano il Diavolo, non si può dire lo stesso della storia del club. D'altronde, osservando i dieci acquisti più onerosi del passato milanista, sono tanti i nomi che i tifosi cancellerebbero volentieri dai libri rossoneri.

 

Il primo, neanche a dirlo, è Leo Bonucci, acquistato dal Milan targato Fassone-Mirabelli dalla Juventus nel 2017 per 42 milioni, per poi tornare in bianconero dopo una sola, pessima, stagione sotto le luci di San Siro. È lui il giocatore più pagato nella gloriosa storia rossonera, un milione in più di Manuel Rui Costa, preso dal Diavolo nel 2011 dalla Fiorentina. Per il Maestro solo 11 gol in 192 presenze da milanista, ma almeno il portoghese verrà sempre ricordato come un fenomeno, a differenza dei tre giocatori che lo seguono in questa speciale classifica: Lucas Paquetà, arrivato dal Flamengo nel 2018/19 per 38,5 milioni, André Silva, preso dal Porto nel 2017/18 per 38 milioni, e Mattia Caldara, pagato 37 milioni alla Juventus la stagione successiva. E se questi nomi non fossero abbastanza per rendersi conto delle difficoltà milaniste quando mette pesantemente mano al portafoglio, basta pensare che nella top 10 sono presenti anche Krzysztof Piatek (35 milioni dal Genoa nel 2019), settimo, e Carlos Bacca (33 milioni dal Siviglia nel 2015), ottavo. 

Potrebbero bastare molti meno soldi, invece, per aggiudicarsi Renato Sanches (costa 15 milioni), principale obiettivo rossonero per il centrocampo. A confermarlo è nientemeno che Olivier Letang, presidente del Lille: «Renato ha due possibilità, due grandi club. Se è ancora con noi è perché non è stato trovato un accordo - dice del 24enne portoghese -. Ma andrà via, il suo futuro sarà a Parigi o a Milano».

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