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Abel Balbo, le sentenze: "Chi sono Mou e Dybala, perché la Roma può vincere lo scudetto"

Giulia Stronati
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I sogni tricolore della Roma danzano a ritmo di tango. Più di vent' anni fa toccò a Gabriel Omar Batistuta trascinare i giallorossi allo scudetto, adesso nella Capitale sperano che sia un altro argentino, Paulo Dybala, a trascinare la squadra di Mourinho in vetta. Non solo la Joya: la nostra Serie A parlerà sempre più argentino e a raccontarlo è una guida albiceleste d'eccezione: Abel Balbo, ex bomber di Roma, Fiorentina e Udinese e autore di 117 gol nella massima serie.

 

 

 

A Roma si respira un entusiasmo incredibile per l'arrivo di Dybala: può essere un colpo da scudetto?
«Sicuramente si. È un giocatore straordinario, uno dei pochi in circolazione che fa davvero la differenza. Con Paulo la Roma fa un salto di qualità importante e ora può lottare tranquillamente alla pari con le milanesi e la Juve per il titolo».

Per impatto mediatico ed entusiasmo generato l'arrivo di Dybala ha ricordato quello di Batistuta, che vi portò allo scudetto: c'è qualche somiglianza tra la Roma di Mourinho e quella di Capello?
«Entrambi gli allenatori sono due vincenti nati. I tifosi della Roma avevano fame di campioni e l'arrivo di Dybala ha acceso quell'entusiasmo simile a quello che regalò Bati. Noi però come squadra eravamo più forti di questa Roma...».

Se arrivasse anche Wijnaldum a centrocampo, la Roma potrebbe davvero sognare in grande...
«Per me la Roma è già forte e completa così. Certo se arriva anche l'olandese, il livello si alzerebbe ulteriormente e a quel punto i giallorossi sarebbero davvero al top per vincere il campionato».

A proposito di grandi attaccanti argentini: Lautaro è rimasto all'Inter. Lui e Lukaku sono la miglior coppia gol del campionato?
«A inizio stagione partono come il duo migliore perché hanno già fatto cose straordinarie insieme e sono affiatatissimi. Il ritorno di Big Rom farà bene anche a Lautaro».

La Juve potrebbe parlare parecchio argentino quest' anno: è arrivato Di Maria. Un colpo che riporta la squadra di Allegri tra le favorite per il tricolore?
«Senz' altro. Di Maria è un fuoriclasse assoluto: sa fare bene tutto. Fisicamente è un animale e tecnicamente un fenomeno: è tra i pochissimi che sposta gli equilibri».

Paredes invece può essere l'uomo giusto per la Juve a centrocampo?
«È un campione. Ad Allegri manca un giocatore di quel talento e personalità a metà campo. Sarebbe un colpaccio».

A proposito di attaccanti argentini: il Napoli é vicino a Simeone. Come lo vede il Cholito alla corte di Spalletti?
«Giovanni è un lottatore, uno di quelli che vive per il gol ma fa anche un grande lavoro per la squadra. A Verona ha fatto benissimo e si è meritato la chance di giocare in una big. Sono convinto che Simeone diventerà un giocatore importante per il Napoli. Con Spalletti può crescere ancora».

 

 

 

Il Monza sogna invece Icardi, che a Parigi scalda la panchina e sembra essersi perso: fosse in Mauro accetterebbe il corteggiamento di Berlusconi e Galliani?
«Io al suo posto avrei deciso da tempo di andare via. Sono 2-3 anni che è in vacanza a Parigi e sta sprecando la sua carriera...».

In che senso?
«Icardi è fortissimo e deve giocare titolare. Non deve accontentarsi di un ruolo di secondo piano, da riserva nel Paris Saint Germain. Fossi in lui, andrei di corsa da Berlusconi e Galliani che hanno un grandissimo progetto e possono realizzare cose incredibili anche a Monza dopo il ciclo stellare vissuto col Milan».

Diamo uno sguardo a 360 gradi al calciomercato: a chi consegnamo la palma di regina delle trattative?

«Punto su Juve e Roma. I bianconeri con Di Maria, Pogba e Bremer hanno fatto un grandissimo salto di qualità colmando il gap con le milanesi. I giallorossi invece hanno preso giocatori ideali per Mourinho (Matic e Celik, ndr) più un campione come Dybala che può cambiare il volto all'attacco».

Chi vede come favorita per lo scudetto?

«A oggi non vedo un nome secco. Dico Juve, Milan e Inter in prima fila con appena dietro la Roma. Non mi convince invece il nuovo Napoli...».

Come mai?

«Gli azzurri hanno perso 3 pezzi grossi come Insigne, Koulibaly e Mertens: non sarà affatto semplice sostituirli e rischiano così di ridimensionarsi...».

Infine una curiosità: c'è in giro un nuovo Balbo?

«Io ero atipico come attaccante. Ho sempre fatto il centravanti, ma nasco seconda punta e facevo tanto giocare la squadra. Mi piaceva dialogare con i compagni, oggi sono tutti finalizzatori puri. Tra quelli della nostra Serie A scelgo Vlahovic». 

 

 

 

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