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Champions, tripla profezia: Milan, Inter e Napoli? Come andrà a finire

Claudio Savelli
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Il sorteggio europeo non poteva andare meglio di così per le italiane. È un piccolo premio ai segnali di vita del nostro calcio che non ha perso alcuna squadra delle sette partecipanti alle tre competizioni e che, nella principale, ne ha qualificate tre su quattro. Nessuna "sorella" parte sfavorita e questa è un'occasione ma anche una responsabilità: possono avanzare tutte, ammesso di affrontare al meglio le sfide e non ritenersi qualificati per diritto, come spesso è accaduto alle nostre in passato.

 

 

NAPOLI-EINTRACHT
Il Napoli viene richiamato all'ordine: se ti comporti come la miglior squadra d'Italia e, forse, d'Europa, devi poi esserne all'altezza. Come? Cambiando ruolo. Contro l'Eintracht Francoforte, il Napoli non potrà più recitare la parte della sorpresa: dovrà indossare i panni di una possibile pretendente al titolo finale, come ha suggerito Klopp. I tedeschi sono "solo" quinti in Bundesliga ma si stanno riproponendo ad alti livelli dopo la vittoria dell'Europa League, passando davanti a Sporting Lisbona e Marsiglia e dietro al Tottenham. Non è più quella squadra iper-verticale, basata sulle corse lunghe di Kostic: è più elaborata e ruota attorno alla nuova versione di Gotze, che parte attaccante ma si abbassa per far girare il 3-4-1-2 di mister Glasner. Al suo postosi inserisce Kamada, centrocampista di inserimento già autore di 12 reti in stagione e capocannoniere di una squadra corale, senza stelle ma nemmeno evidenti falle.
 



INTER-PORTO
L'Inter di Champions, complice il difficilissimo girone, si è meritata la pescata più morbida: il Porto dell'ex Sergio Conceiçao (65 partite in nerazzurro) nonché compagno di Inzaghi nella Lazio. In una stagione in cui l'Inter pare incapace di battere le grandi - il Barcellona rimane l'unica eccezione stagionale -, affrontare una parigrado è un vantaggio. Certo è che l'Inter è chiamata ad una prova di maturità: evitare di pensarsi favorita e, quindi, di perdere equilibrio, come accaduto nei cinque ko in A. Altre italiane prima di lei sono cascate nel tranello. Festanti al sorteggio, sono state puntualmente punite in campo: la Lazio di Sarri uscì lo scorso anno agli spareggi di Europa League e la Juventus di Pirlo capitolò negli ottavi di Champions 2020/21. Il Porto ha iniziato il girone con due sconfitte e ha rimontato con 4 vittorie. Occhio alla produzione di occasioni da gol che Taremi (5 reti nella competizione) trasforma: serve una sistemata alla fase difensiva nerazzurra.

MILAN-TOTTENHAM
Anche per il Milan, meglio di così non poteva andare. Perché il Tottenham, dopo un inizio tra rose e fiori, è in balia della luna di Antonio Conte. Il ko con il Liverpool ha generato critiche verso il mister, che minaccia l'addio in corsa: chissà se a febbraio ci sarà ancora lui contro Pioli. Dovesse rimanere, il Milan sa cosa affronterà: in Champions e in Premier contro le grandi rivali, gli Spurs si sono sempre chiusi a riccio in un calcio "all'italiana" che non si addice a Conte. Eppure è stato usato, forse per mancanza di fiducia verso le doti della rosa. I rossoneri vanno a nozze negli spazi aperti, quindi sperano succeda il contrario. C'è anche un tabù da sfatare: il Milan non ha mai vinto nei quattro precedenti (due sconfitte e due pareggi) in semifinale di Coppa Uefa 1971/72 e negli ottavi di Champions 2010/2011. 

 

JUVEENTUS-NANTES
Il Nantes è un segnale: prendere l'Europa League sul serio. Anche perché si sfidano Barcellona e United, dunque una delle favorite uscirà. Si può giocare a tutta birra, si deve, perché le rivali non sono insormontabili e la Juventus dei Fagioli e dei Miretti ha bisogno di esperienza in Europa. Serve abituarsi all'idea di vincere trofei.
L'Europa League dà lustro alla bacheca, conforta il progetto di rinascita e garantisce l'accesso alla prossima Champions. Vale più di quanto indichino i milioni che offre (circa 15). Il Nantes, costruito attorno al centravanti Mostafa Mohamed, è sedicesimo in Ligue 1 con un solo punto di margine dalla zona retrocessione e, ad oggi, due vittorie (più sei pareggi e sei ko) in 14 gare. È allenato da Kombouaré, che ha preceduto Ancelotti sulla panchina del Psg dal 2009 al 2011 con poche gioie. Il Nantes è poca roba e difficilmente migliorerà. Alla Juve basterà poco per ottenere molto.

 

ROMA-SALISBURGO
La Roma avrebbe in ogni caso pescato un avversario di tutto rispetto. Scampato il Barcellona, forseil Salisburgo era il peggiore possibile, non tanto perla qualità complessiva quanto per il modo di giocare. I giallorossi soffrono i ritmi infernali imposti da squadre come quelle di stampo Red Bull. Ventidue anni di media e il 19enne Sesko come stella, la squadra di Jaissle è abituata a dominare in patria e ha già scavato il solco, quindi potrà concentrarsi sull'E-League, la sua dimensione ideale. A spingerla è stato il Milan con una grande prestazione al Meazza, ma in terra austriaca finì pari e ci fu da soffrire. I rossoneri, però, godono nei ritmi alti, al contrario della Roma. Curiosità, il modulo: 4-3-1-2 che non usa più nessuno in Europa perché causa diversi scompensi nell'occupazione degli spazi. Ma il Salisburgo tutto corsa se lo può permettere.

 

 

LAZIO-CLUJ
Lazio e Cluj si sono incrociate di recente: girone di E-League 2019/20, i biancocelesti persero 2-1 l'andata vincendo 1-0 il ritorno. Fosse stato uno scontro diretto con le regole attuali, si sarebbe andati ai supplementari. La squadra rumena gioca con un 4-2-3-1 ed è guidata dall'ex giocatore di Genoa, Foggia e Chelsea, Dan Petrescu, uno che conosce l'Italia e di certo lo stile-Sarri. Dipende tutto da come quest' ultimo vorrà affrontare la Conference: se la riterrà un impiccio, i biancocelesti rischiano figuracce. Altrimenti possono imporsi facilmente, visto che il Cluj non è abilissimo in lunghe fasi di difesa attenta e posizionale che la Lazio richiede alle sue avversarie.
 

FIORENTINA-BRAGA
Il Braga vale la Fiorentina. In campionato si trova al terzo posto, a -1 dal Porto e a -9 dal Benfica capolista: si sta imponendo come prima forza del Portogallo dietro le due società storiche e, per l'ulteriore passo, intende usare l'Europa. La Conference è quindi una cosa seria per il Braga, come lo era l'E-League da cui sono usciti per sfortuna più che per demeriti, visti i 10 punti nel girone. Il giocatore-chiave è il 22enne Vitinha, centravanti contemporaneo, tecnico, rapido e strutturato. Sarà una sfida a specchio tra 4-3-3 ma per superarla serve la Viola della scorsa stagione: quella di quest' avvio, che sembra aver pagato le fatiche europee, potrebbe non bastare. 

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