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Ferrari, Mattia Binotto fatto fuori? "Ecco chi arriva", la manina di Leclerc

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L’uomo giusto per il dopo Mattia Binotto? Secondo Leo Turrini il nome perfetto è quello di Antonello Coletta, l’uomo che dentro i cancelli di Maranello gestisce i successi della Ferrari nel settore GT. Proprio colui che governa il progetto “24 Ore di Le Mans” della Rossa, quindi non è per niente facile spostarlo di ruolo. Seppur se ne parli, e lo si farà anche in futuro. “A Binotto bisogna chiedere risposte sul brusco tracollo venuto ad azzerare le illusioni di primavera — scrive ancora Turrini sulle pagine de Il Giorno —. Limiti di affidabilità, errori di gestione strategica, un rapporto non sempre fluidissimo con Charles Leclerc: sono questioni serie, che un capo del reparto corse può risolvere soltanto se ha il supporto del presidente John Elkann e dell’amministratore delegato Benedetto Vigna, un top manager che si interessa di Formula Uno più di quanto da fuori si possa credere”.

E per quel che riguarda il rapporto "non sempre fluidissimo con Leclerc", basti pensare anche a quello che è accaduto ieri, domenica 13 novembre, al gp del Brasile: il monegasco ha infatti chiesto via radio che gli venisse ceduta la terza posizione, occupata da Carlos Sainz. Ma il team si è opposto. Richiesta inelegante, quella di Charles, che sta lottando per il secondo posto in classifica iridata. E la reazione avuta dal pilota dopo il "no" la dice lunga sui rapporti nel team (anche se Binotto era rimasto in Italia, al lavoro sulla vettura del prossimo anno).

 

Ferrari, alternativa Vasseur come team principal
Un nome alternativo che circola per la Ferrari, è anche quello di Frédéric Vasseur, da anni responsabile della scuderia Alfa Romeo-Sauber. Nonché il primo team principal di Charles Leclerc in F1, buon amico di Nicolas Todt, che è l’agente del monegasco. “È vero che la Ferrari è fuori dal perimetro Stellantis, il gruppo che ha messo assieme Peugeot, Fiat e Chrysler, ma Tavares, il leader operativo del colosso automobilistico, ama le corse e di sicuro chiacchiera sull’argomento con John Elkann”, aggiunge ancora Turrini. Che non crede nei ribaltoni tecnico: dal 2008 in poi, per ragioni anche diverse, sono stati disarcionati Jean Todt, Stefano Domenicali, Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene.

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