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Napoli, ecco perché oggi è il giorno del trionfo

Scudetto

Giampiero De Chiara
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 Il Napoli deve aspettare ancora per festeggiare il suo terzo scudetto. Un titolo che può arrivare questa sera contro l’Udinese al Friuli (ore 20.45, diretta Dazn). Ai partenopei, dopo la vittoria della Lazio contro il Sassuolo, basta un pareggio per essere campioni di Italia. L’attesa si è prolungata di un altro giorno e dovrebbe arrivare contro la squadra con cui Luciano Spalletti centrò prima la qualificazione Uefa e poi una storica partecipazione alla Champions League. Udine che ha lanciato uno dei protagonisti del prossimo trionfo napoletano: il polacco Zielinski. Dove attualmente lavora, come direttore dell’area tecnica, Pierpaolo Marino che De Laurentiis chiamò come direttore generale nel 2004 quando comprò il Napoli appena fallito. Dove lavora anche, come responsabile dell’area scouting, Andrea Carnevale che da giocatore fu l’autore del gol che consegnò, il 10 maggio del 1987, il primo scudetto al Napoli nella sfida pareggiata con la Fiorentina 1-1. La vera festa però sarà domenica dopo la sfida al Maradona contro la Fiorentina.

Una festa pronta da una settimana e rimandata soltanto per il pareggio di Dia della Salernitana domenica scorsa. Spalletti ne è consapevole. Sa di essere ad un passo dal coronamento di una carriera cui mancava proprio lo scudetto. Lui ci scherza su e parla anche in dialetto. «Ce lo stiamo trezziando piano piano, come dicono a Napoli. Ma io ho saputo fin dall’inizio che avevo a che fare con dei puro sangue, per cui mi fa piacere che in poco tempo abbiano fatto vedere a tutti da subito quello che è il loro carattere, le loro qualità. Ci sono stati momenti difficili ma secondo me e questo scudetto se avvenisse è qualcosa che esce dagli schemi. C’è ancora da fare quest’ultimo strappo che diventa la cosa più difficile, per cui si continua a fare come sempre abbiamo fatto».

 


TITOLARISSIMI
L’allenatore stasera dovrebbe confermare i titolarissimi con il dubbio Elmas che potrebbe sostituire in attacco Lozano, o giocare a centrocampo al posto di Zielinski. E a chi gli chiede del contratto da rinnovare, come auspica il presidente De Laurtentiis, glissa. «Ci sono ancora da fare altre belle cose prima di parlare del contratto. Quello per esempio di giocare queste partite qui, bene, di completare questo discorso perché ancora non è chiuso. Poi penseremo a festeggiare, se succedesse e poi a rimettersi in gioco domandandosi la stessa cosa di prima:sono in condizioni di poter dare quello che merita a questo pubblico? Debbo sempre fare i conti con me stesso. Il fatto di aver avuto la disponibilità, la necessità di lavorarci a testa bassa dentro, è per me ciò che mi ripaga. Vincere uno scudetto a Napoli sarebbe un super lusso che da un punto di vista sportivo mi farà stare comodo in qualsiasi posizione». L’allenatore poi guarda indietro e ricorda il primo approccio con il Napoli. «Ho detto di sì per vincere e basta, perché per quello che hanno visto con Sarri, Benitez e Ancelotti cosa vengo a fare? Per portare a casa lo stipendio? Ce l’ho già la bistecca, sono fortunatissimo. Non sono venuto per rotolare le giornate, l’unica scappatoia era vincere». Non ha peli sulla lingua, Spalletti. «L’anno corso per essere arrivato terzo mi avete attaccato gli striscioni di andare via e tutt’ora ci sono critiche e sovra critiche che è anche corretto perché per non avere critiche bisogna non fare questo lavoro. Anche se bisognerebbe chiedersi se questi che criticano e si divertono a farlo tengono al Napoli».

ULTIMA FRECCIATA
Un’ultima frecciata per uno spirito sanguigno come il mister toscano che stasera è pronto a festeggiare il suo primo scudetto da tecnico. La squadra poi resterà ad Udine in caso di conquista del titolo. Per tornare in città soltanto venerdì. Questioni di ordine pubblico nei confronti di una piazza che è pronta a celebrare un titolo che manca da 33 anni per chissà quanti giorni.

 

 

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