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Il Terminillo a Sorensen. I big non si fanno male

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Il danese corona tra la nebbia una fuga da lontano; il Vino resta in rosa

Roberto Amaglio
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Ancora un acuto straniero sulle strade del Giro. A trionfare sul Terminillo, primo arrivo in salita della corsa rosa, è stato Chris Sorensen, atleta della Saxo Bank bravo a coronare in solitaria l'ennesima fuga da lontano nata con altri sedici atleti dopo 76 km di corsa. L'ultimo ad arrendersi è stato il bravissimo Simone Stortoni (Csf Colnago); anzi, era stato proprio il giovane marchigiano a far scoppiare la bagarre tra i diciassette fuggitivi, salvo poi pagare la ripartenza di Sorensen e doversi così accontentare della piazza d'onore. E i big della classifica? Dopo le lotte e gli scatti nel fango delle strade bianche, in pochi tra gli uomini di classifica aveva cartucce da sparare sulle rampe laziali. Ci ha provato Damiano Cunego, l'unico a chiedere alla squadra di lavorare per tenere a tiro la fuga dei 17 nata dopo 76 km; ci ha provato timidamente anche Michele Scarponi, che con Stefano Garzelli ha provato negli ultimi quattro chilometri a far saltare il banco. Difficile però fare il vuoto su una salita con pendenze costanti e con le gambe ancora ingolfate dalla dura frazione di Montalcino e così i vari Evans, Basso, Nibali, i già citati Cunego, Scarponi, Garzelli e il leader Vinokourov sono giunti al traguardo l'uno accanto all'altro. A cedere sono invece stati David Millar, il solito e ammaccato Carlos Sastre e, a sorpresa, il russo Karpets. Bene invece Marco Pinotti, l'unico degli out sider capace di tenere duro e limitare i danni: l'ingegnere bergamasco rimane al quinto posto, con 2' e 19” di ritardo, scavalcato da Nibali e Basso ma lasciandosi alle spalle Karpets e Millar. Un gran bel Giro per lui sinora. Dopo il fine settimana di fuoco (nonostante l'incessante pioggia), ora la carovana rosa si prende due giorni di relativa tranquillità con le frazioni dedicate presumibilmente ai velocisti. A tal proposito, però, negli sprint non si vedranno sicuramente Alessandro Petacchi e il giovane Sasha Modolo, entrambi ritiratisi per guai fisici. Insomma i migliori velocisti rimasti sono anche loro stranieri (Farrar e Greipel): quel Giro col forte accento straniero di cui avevamo parlato ad Amsterdam sta prendendo forma. Dispiace per i nostri colori (mai così male dopo una settimana di Giro), ma se questo è il prezzo da pagare per avere una corsa con un tale tasso tecnico mettiamo volentieri mano al portafoglio. E poi siamo sicuri che i corridori italiani sapranno farsi onore: la prima gioia tricolore al Giro non tarderà ad arrivare. Classifica Terminillo: 1. Chris Sorensen (Saxo); 2. Simone Stortoni (Colnago) a 30”; 3. Xavier Tondo Volpini (Carvelo) a 36”; 4. Evgeni Petrov (Katiuscia) a 49”; 5. John Gadret (AG2R) a 55”. Classifica generale: 1. Alexandre Vinokourov (Astana); 2. Cadel Evans (BMC) a 1' e 12”; 3. Vincenzo Nibali (Liquigas) a 1' e 33”; 4. Ivan Basso (Liquigas) a 1' e 51”; 5. Marco Pinotti (Htc-Columbia) a 2' e 17”.

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