Non c'è pace per Carlos Alcaraz: la netta sconfitta in finale contro Jannik Sinner a Wimbledon, dove lo spagnolo era bi-campione in carica, sembra aver lasciato sul 22enne di Murcia molte più scorie negative del previsto. Forse addirittura maggiori rispetto a quelle che la traumatica rimonta subita a Parigi in finale al Roland Garros aveva lasciato sull'altoatesino.
Il primo a mettere sotto accusa Carlos era stato uno spagnolo eccellente, Toni Nadal, coach e zio del mito Rafa Nadal. L'argomento è sempre lo stesso: l'applicazione che l'attuale numero 2 del ranking Atp (e in testa alla classifica 2025, ma solo in virtù dei 3 mesi di stop per squalifica di Sinner) mette alla racchetta. Dopo Parigi era volato in discoteca a Ibiza per "staccare", e in tanti avevano fatto spallucce. Ma ora, dopo la cocente sconfitta sull'erba inglese, anziché riattaccare la spina e buttarsi a capofitto negli allenamenti in vista del torneo di Toronto e dell'ultimo slam della stagione, gli Us Open a fine agosto (proprio come fatto da Jannik dopo il Roland Garros) Alcaraz ha preferito dedicarsi ancora una volta alle pubbliche relazioni ed è stato fotografato insieme a German Berardo, sindaco di El Puerto de Santa María, al calciatore Sergio Reguilón e al rappresentante spagnolo della FIFA Borja Couce.
A difenderlo sia pure indirettamente ci pensa ora il fratellino, Jaime Alcaraz, 14 appena ma indicato da molti esperti del settore come un futuro campione. Il ragazzino ha raccontato il suo rapporto con Carlos e i suoi consigli sul tennis: "Parliamo, ma non me ne dà poi molti. Quello più speciale, che abbiamo in famiglia sono le tre C (testa, cuore e p***le) in spagnolo, ndr)".