Il tennis come scrigno di emozioni, di gesti bianchi ma anche di immagini d’autore: tutto questo è raccontato in forma artistica in Flying Racquets. Oltre la rete, un libro ricco di 150 fotografie scattate con passione da Ray Giubilo. Michele Coppola, presidente della Casa Editrice Allemandi che pubblica l’opera, nonché direttore delle Gallerie d’Italia, illustra con orgoglio come il tennis sia diventato arte attraverso le immagini.
Dottor Coppola, come nasce l’idea di Flying Racquets. Oltre la rete?
«Dalla voglia di fare un bel viaggio fotografico attraverso le opere, perché di opere si deve parlare e non solo di belle fotografie, realizzate da Ray Giubilo. Ray è da anni un mago del click nei tornei più prestigiosi del circuito Atp e Wta».
Fra l’altro Giubilo aveva scattato, tempo fa, un’immagine di Jas Paolini che è diventata virale.
«È la foto dell’anno! Che, fra l’altro, è nel libro e ritrae gli occhi e la bocca della campionessa toscana mentre si allineano perfettamente con il logo della racchetta. Uno scatto che molti potrebbero pensare costruito al computer e, invece, è assolutamente naturale».
Le Finals hanno rappresentato la vetrina giusta. In questi giorni l’Italia parla solo del tennis.
«Sì, oltre ai tanti campioni raccontati in queste foto, il libro vede protagonista anche Flavia Pennetta, regina del documentario di Sky Sport realizzato sempre in collaborazione con Intesa Sanpaolo e dedicato ai dieci anni dalla vittoria di Flavia agli Us Open».
Altri campioni immortalati nel libro?
«Quelli di ieri e di oggi, ci sono Sampras, Federer e Nadal, e poi Djokovic e Serena Williams fino ai nuovi re e alle nuove regine: Jannik Sinner, naturalmente, e poi Carlos Alcaraz, Jasmine Paolini e Aryna Sabalenka».
Perché il tennis? E non, magari, il calcio?
«Perché ci siamo accorti di come le fotografie di Ray catturino la complessità di questo sport, di quello contemporaneo e di quello che si giocava venti o trent’anni fa. E non sono solo ritratti di campioni ma di umanità».
Difatti scorrono immagini di vittorie ma anche di sconfitte.
«Giubilo ci ha spiegato che quando si trova a pochi metri da questi campioni per scattare foto, sente e intuisce sensazioni uniche, nota espressioni e momenti intimi. Si emoziona con i tennisti se mettono a segno un bel punto o lo sbagliano. Inizia a conoscere meglio questi ragazzi e queste ragazze guardandoli negli occhi e anticipando il momento del click giusto. Una bella foto nasce da questo».
Prevale non solo l’aspetto tennistico ma il momento in cui l’atleta è alle prese con le sue fragilità.
«Esatto, abbiamo esaminato e scartato migliaia di fotografie prima di scegliere quali pubblicare, abbiamo notato dettagli segreti che vanno oltre il semplice gesto tecnico».
È il primo libro di argomento sportivo che editate?
«Sì, abbiamo scelto il tennis dopo che Allemandi è stata acquisita da Intesa Sanpaolo, dalla Compagnia San Paolo e da Fondazione CR Cuneo. È il primo book sportivo ma probabilmente non sarà l’ultimo perché stiamo vagliando se ripetere l’esperienza con immagini degli sport invernali che, come il tennis, si sposano bene con quello che abbiamo in mente».