C’è un numero, tra gli altri, che solleticherà la calcolatrice del ragionier Massimiliano Allegri: il Milan è primo, assieme al Napoli, con 28 punti in 13 giornate. Per trovare una capolista con un bottino così magro bisogna rispolverare gli annuari fino alla stagione 2001/02. Che non fosse una stagione di “lepri e cacciatori”, giusto per restare in tema allegriano, era chiaro fin dall’inizio, ma un campionato che viaggia a ritmi ridotti, in fondo, piace a tutti: all’Inter e alla Roma che sono a -1 dalla vetta nonostante 4 sconfitte, al Bologna e al Como che possono sognare in grande, al Napoli che di ko ne conta 3 eppure è lassù e, soprattutto, al Milan del ragionier Max. Allegri si è lasciato alle spalle il calendario più difficile e di fronte a sé, nel breve periodo, ha quello più semplice tra tutte le concorrenti.
Al Milan manca solo il Como tra le grandi per chiudere il girone d’andata, mentre il Napoli deve ancora affrontare Juventus e Lazio; l’Inter ha Como, Atalanta e Bologna; il Como ha l’Inter, la Roma e il Milan; la Juventus ha il Napoli, il Bologna e la Roma in sequenza; il Bologna ne conta addirittura quattro. E tutte queste squadre, a parte il Como, hanno anche l’impegno europeo a cui pensare. È matematico che il Milan avrà occasioni per allungare in vetta su qualche diretta concorrente. In caso di pareggite diffusa a questi scontri diretti, su tutte.
RAGIONIERE
Il ragionier Allegri tiferà le “X”, quindi, mentre il suo l’ha già fatto, almeno per il girone d’andata. Se è vero che vince il campionato chi fa più punti negli scontri diretti (il Napoli lo scorso anno insegna), allora il Milan rinato dalle ceneri del Fonseca-Conceicao può pensare al colpo grosso (anche su questo, il Napoli dello scorso anno insegna). I rossoneri hanno costruito un solco virtuale perché hanno già disputato sette delle otto sfide contro le grandi (includendo nel conteggio Lazio e Atalanta) con una media impressionante di 2,34 punti a partita, con l’imbattibilità intatta e, dato tatticamente rilevante per il pragmatismo allegriano, con zero gol subiti su azione. Ecco il solco di cui sopra: nella classifica avulsa tra le prime della classe, il Milan comanda con 17 punti, lasciando il Napoli a 10 e il Como a 8. Più staccate, a quota 6, Roma, Inter e Bologna, mentre la Juventus chiude mestamente la fila a 5 punti.
Il ribaltamento di prospettiva rispetto alla passata stagione è totale. Il Milan era la cenerentola dei big match con una media desolante di 0,69 punti a partita, con un bottino magrissimo di 11 punti su 48 disponibili. Oggi, con 17 punti già in cassaforte, Allegri è in linea per superare i 30 punti che, nella passata stagione, furono il propellente decisivo per lo scudetto del Napoli. Per arrotondare dovrà aspettare la sfida al Como, unico incrocio pericoloso fino a fine gennaio, quando farà visita alla Roma. Nel mezzo ci sono Torino, Sassuolo, Verona, Cagliari, Genoa, Fiorentina e Lecce. Certo, non mancano i paradossi: i punti persi finora contro Cremonese, Pisa e Parma raccontano la fatica strutturale di una squadra costruita per ripartire e che va in difficoltà quando deve scardinare difese chiuse. Ma se il Milan riuscirà a capitalizzare la consapevolezza acquisita dominando le grandi, questa classifica così corta e lenta potrebbe presto diventare solo un ricordo.