Andy Murray non dimenticherà mai l’inizio della sua breve collaborazione con l’ex rivale Novak Djokovic. L’ex tennista britannico ha raccontato un divertente aneddoto sull’esordio un po’ traumatico del loro percorso insieme, rivelando quanto la prima impressione conti davvero, soprattutto quando si ha a che fare con un campione del calibro di Djokovic.
A svelare i retroscena è stato lo stesso Murray nell’ultima puntata del Tennis Podcast. Il primo giorno di lavoro, il due volte vincitore di Wimbledon si è trovato a dover allenare Djokovic usando il classico cesto di palline. “È una storia divertente — ha raccontato Murray — il primo giorno che ho iniziato a lavorare con lui, sono arrivato al training camp e abbiamo fatto la sessione di tennis. E il suo team rideva di me, perché mentre Novak si scaldava, io ero in campo a scaldare… il mio braccio per la conduzione dei colpi dal cesto! Loro dicevano: ‘Non abbiamo mai visto nessuno scaldarsi per il cesto’. E io: ‘Da giocatore odiavo quando i coach lanciavano male. Quindi sto lavorando sulle mie palle dal cesto’. Lo trovavano molto divertente”.
Ma i guai non erano finiti. Murray non si aspettava di doversi unire a Djokovic in un test fisico nel parco, come richiesto dal preparatore del serbo. “Pensavo: ‘Oh mio Dio’. Non correvo da quando avevo 25 anni. Però era il primo giorno, non potevo dire di no. Così dico: ‘Certo, la faccio’”, ha raccontato. La corsa si è trasformata in una prova durissima: “Era una corsa di circa 50 minuti, con salite. Dopo 4-5 minuti il mio polpaccio sinistro è andato in crampo. Pensavo: ‘Oh no. Non posso dirlo. È imbarazzante‘. Ho finito tutta la corsa, 50 minuti, in un dolore tremendo”. Murray ha poi spiegato l’accaduto al team di Djokovic: “Ragazzi, dovete aiutarmi. Sto correndo da 45 minuti, il polpaccio ha avuto un crampo. Non volevo mostrare che dopo 5 minuti ero già in difficoltà con un collega contro cui avevo giocato tutta la vita. È stato piuttosto imbarazzante, ma l’ho portata a termine”.