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Ong, "ora è cambiato tutto": parla l'ammiraglio, la Meloni gode

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"Le navi Ong hanno sempre lamentato il troppo tempo con cui le autorità italiane concedevano il porto di sbarco, anche dopo 10 giorni. Ora viene assegnato subito e questo incide positivamente sulla vita a bordo dei migranti, sapendo che saranno portati in un porto nazionale in tempi brevi": ad elogiare il nuovo decreto con la stretta alle navi Ong è stato il contrammiraglio Giuseppe Aulicino, capo del Reparto III - Piani e Operazioni del Comando Generale delle Capitanerie di porto, in audizione alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Trasporti, impegnate a esaminare il provvedimento.

Il contrammiraglio, poi, ha aggiunto: "Prima c'erano anche problemi di sicurezza con persone che dopo tanti giorni in mare andavano in escandescenze. Quindi per le navi Ong ci sono ora migliori capacità di far fronte alle loro incombenze". Aulicino ha spiegato anche che a preoccupare particolamente la Guardia costiera "è il flusso dalla Cirenaica (le navi Ong intervengono invece su quello dalla Tripolitania, ndr), perché si utilizzano grandi pescherecci di 20-25 metri in grado di navigare anche in condizioni meteo sfavorevoli portando fino a 700 migranti e noi dobbiamo intervenire con numerosi assetti a grandi distanze dalle coste più vicine".

"Dalla Tripolitania - ha continuato - il flusso è costante, con barche in legno e gommoni più o meno attrezzati, in grado di trasportare fino a 100 persone. In questo caso il flusso dipende dalle condizioni meteo. Qui operano le Ong, che sono utili come tutte le unità che possono prestare soccorsi, come i mercantili".  Rispondendo alle domande sul decreto, Aulicino ha sottolineato che il provvedimento "non vieta espressamente i salvataggi multipli. Se mentre va al porto indicato la nave incontra un'unità che ha  bisogno di soccorso, il comandante deve intervenire e capita anche ai nostri assetti di intervenire per soccorrere più imbarcazioni".

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