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Immigrazione, Storace: il gioco sporco di Pd e M5s

Francesco Storace
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Gestione e non anarchia sui flussi migratori. Regole e non scorribande. Sicurezza e non scafismo. In materia di immigrazione, clandestina e non, le differenze tra destra e sinistra ci sono eccome. L’ennesima dimostrazione viene dal decreto sui flussi migratori varato dal governo Meloni su proposta del ministro Piantedosi. È arrivato alla Camera dove si registra il solito baccano dalla sinistra più o meno estrema. Che ha cominciato con i soliti emendamenti in commissione, per ora.

Dice Edoardo Ziello, relatore leghista del provvedimento: «La nostra riforma sui flussi migratori vuole ripristinare ordine e rigore che erano stati soppressi dalla sinistra durante il governo Conte II». E la reazione dell’opposizione sta a dimostrare quanto abbia ragione il parlamentare di Salvini. Si parla di un decreto che mira anche a contemperare l’esigenza di assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare, nel rispetto delle norme di diritto internazionale e nazionale in materia, con quella di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica. E si indicano le condizioni a cui devono attenersi le navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare.

Il governo, col decreto, compie in particolare una scelta a favore di un sistema sanzionatorio di natura amministrativa, in sostituzione del vigente sistema di natura penale; e quindi si prevedono, oltre alla sanzione pecuniaria, il fermo amministrativo della nave (contro il quale è ammesso ricorso al prefetto) e, in caso di reiterazione della condotta vietata, la confisca della stessa, preceduta dal sequestro cautelare. Ed è ciò che preoccupa maggiormente gli scafisti del mare.

 

 

Contro una regolamentazione sempre più precisa arriva la solita condotta ostruzionista di Pd, M5s e sinistra varia, che depositano un bel pacco di emendamenti alcuni dei quali sono sufficienti a spiegare come garantirebbero loro l’invasione del nostro Paese anziché la difesa dei confini.

QUANTA DEMAGOGIA - Con vari emendamenti pretendono di spendere 280 milioni tolti ai cittadini con le tasse per potenziare l’accoglienza territoriale degli immigrati e le relative ricerche in mare. Insomma, accogliamone sempre di più. Poi, arriva la proposta più demagogica, quella per il quale il destino dell’Italia è di diventare definitivamente il campo profughi dell’Europa: «Porto sicuro uguale a porto più vicino» (il che non è previsto in alcun trattato internazionale). È il verde Zaratti a volere una roba del genere.

E ancora: è il Capitano della nave che dopo aver effettuato un primo salvataggio può compierne degli altri a propria discrezione; in pratica nulla da cambiare se non il fatto che al governo non ci sono più loro.

Mica è finita: in commissione e in aula si dovrà discutere se l’orientamento omosessuale è causa di ammissione all’accoglienza, altro che guerre. Lo firmano gli ex compagni di Avs che furono di Soumahoro.

 

 

C’è spazio anche per l’ilarità, se non si trattasse di una tragedia: si vuole stabilire l’idoneità tecnico nautica dell’imbarcazione di salvataggio non secondo la legge italiana ma dello Stato di bandiera: così se ad esempio battesse bandiera etiope, bisognerebbe seguire la legge di Addis Abeba (corsi e ricorsi...) alla faccia della sicurezza degli immigrati da salvare. Bisognerà spiegarlo all’onorevole Bonafè, prima firmataria della “proposta” in questione.
Sarà da seguire anche il dibattito d’aula, se l’antipasto è stato quello servito in commissione, nel bel mezzo di un’infinità di audizioni. Per il grillino Iaria, il decreto è «aggressivo, maschio e testosteronico». La Boldrini – immancabile – lo battezza decreto naufraghi. Mentre per Ghirra (Verdi e sinistra), è un testo «sadico».

NON SI RASSEGNANO - Tutto questo perché parlano – le minoranze – a nome di tutti quelli che spalancherebbero le frontiere a chiunque – ovviamente a partire dalle Ong – mentre il governo si limita a mantenere quello che ha promesso agli elettori. E vincendo le elezioni del 25 settembre. Ma chi le ha perse non si rassegna e vorrebbe comandare senza avere il consenso del popolo italiano. Basti come esempio un emendamento al decreto flussi dal sapore abbastanza patetico: sostituire il titolo con «disposizioni per il rafforzamento e miglioramento del sistema di soccorso e accoglienza di stranieri e dei richiedenti asilo». A firma di Bonelli and company, non esattamente quello che chiedono gli italiani. Ma loro si ostinano a fingere di non capirlo. Altrimenti non si capisce perché propongano persino un altro titolo alternativo: «Misure per il potenziamento delle attività di salvataggio in mare di migranti». Ostruzionismo nel nome della visibilità. Nulla di più. 

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