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Rutte a Sarajevo: Nato "impegnata garantire stabilità", non è il '92

di TMNews lunedì 10 marzo 2025
2' di lettura

Milano, 10 mar. (askanews) - La Nato rimane "impegnata a garantire la stabilità di questa regione e la sicurezza della Bosnia ed Erzegovina". Lo ha detto nelle dichiarazioni stampa congiunte con i rappresentanti della Presidenza della Bosnia-Erzegovina, il segretario generale della NATO Mark Rutte. "Naturalmente, sento preoccupazioni sulla situazione della sicurezza, ma diciamolo chiaramente, questo non è il 1992 e non permetteremo che emerga un vuoto di sicurezza nella comunità internazionale" ha aggiunto poi, definendo "l'accordo di pace di Dayton è la pietra angolare della pace in questo paese". Per poi aggiungere che "qualsiasi azione che comprometta Dayton, l'ordine costituzionale o le istituzioni nazionali è inaccettabile e la retorica e le azioni che insffiammano sono pericolose".

L'Accordo di Dayton (Accordo Quadro Generale Per la Pace in Bosnia ed Erzegovina), anche conosciuto come Protocollo di Parigi, fu stipulato a novembre 1995 nella base aerea USAF Wright-Patterson di Dayton, Ohio (USA): con esso ebbe termine la guerra in Bosnia ed Erzegovina.

"A tutti voi qui presenti oggi a Sarajevo, tre decenni dopo l'accordo di pace, posso dirvi che la NATO resta fermamente impegnata", ha detto. "Siamo quindi pronti ad andare avanti di pari passo con voi e in linea con le vostre decisioni sovrane, la vostra sovranità e la vostra integrità territoriale, come stabilito nel protocollo di Dayton, restano fondamentali sia per la sicurezza che per la stabilità della regione, quindi la Bosnia Erzegovina può contare sul sostegno incrollabile della NATO, ma lasciatemi arrivare" ha aggiunto Rutte. "È essenziale che anche i leader politici della Bosnia ed Erzegovina facciano la loro parte. L'intera regione trarrà beneficio da un impegno genuino per la riconciliazione e una pace duratura. Sto sottolineando lo stesso punto a tutti gli attori della regione" ha dichiarato.

Rutte incontra oggi funzionari di alto livello della Bosnia-Erzegovina, tra i quali Presidente e membri della Presidenza, il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli Affari Esteri, il Ministro della Difesa e il Ministro della Sicurezza in carica. Visiterà oggi anche il Quartier Generale della NATO a Sarajevo (NHQSa) a Camp Butmir, dove incontrerà il Comandante dell'NHQSa, l'Alto Rappresentante per la Bosnia-Erzegovina e i rappresentanti dell'Unione Europea. Il Segretario generale incontrerà anche gli studenti dell'Università di Sarajevo.

"Abbiamo già una solida partnership e siamo pronti a costruire sul sostegno di lunga data della NATO alle forze armate del vostro paese e alle riforme della difesa e della sicurezza, e sì, sarebbe fantastico se poteste spendere un po di più per le vostre forze armate, sono d'accordo. Siamo ben equipaggiati per farlo, anche attraverso il nostro quartier generale a Sarajevo, la nostra cellula politica di recente costituzione e il nostro pacchetto di rafforzamento delle capacità di difesa" ha aggiunto.

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Giani: cantiere nuova stazione AV 15 metri sotto Firenze

Firenze, 30 apr. (askanews) - Ricognizione tecnica ai cantieri del passante Alta Velocità di Firenze del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, insieme all'assessore alle infrastrutture Stefano Baccelli, con Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Aldo Isi, amministratore delegato RFI, Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Trenitalia, Dario Lo Bosco, amministratore delegato di Italferr, e Paolo Pizzarotti, presidente dell'impresa realizzatrice. Il sopralluogo è stato preceduto da una riunione che si è tenuta in Palazzo Strozzi Sacrati.

"La talpa Iris da Campo di Marte -spiega Giani- ha compiuto 1,8 km e sostanzialmente è arrivata sotto la Fortezza da Basso. L'altra talpa, Marika, ha fatto 1087 metri. Rispetto alla somma dei due tunnel, cioè circa 14 km, sapere che 3 sono già stati fatti dà la percezione di come i lavori procedano e di come la penetrazione del passante sotterraneo di Firenze non presenti problemi. Nel 2028 vi è l'impegno che tutto questo sia finito. Già vediamo come mese per mese si compongono le quattro piastre, i pilastri, e tutto quello che porta la stazione, qui, dove siamo, a 15 metri sotto il livello della città. Dovremo fare ulteriori 10 metri, poi ci sono le solette del passaggio dei binari. Quando questo sarà completato, potrà arrivare la prima delle due talpe, auspicabilmente alla fine dei quest'anno, inizio 2026".

A Belfiore sono in corso la casseratura, l'armatura e i getti delle strutture che costituiscono il solaio intermedio, il cosiddetto mezzanino.

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I soldati cinesi in Vietnam per i 50 anni della caduta di Saigon

Milano, 30 apr. (askanews) - Il Vietnam ha celebrato il 50mo anniversario della caduta di Saigon con una grande parata, che ha incluso per la prima volta anche truppe cinesi, una presenza significativa dopo la recente visita del presidente cinese Xi Jinping.

E' stata una festa. Migliaia di persone, tra cui famiglie con bambini piccoli e anziani, sono rimaste in strada tutta la notte, condividendo cibo e aspettando lo spettacolo.

Le celebrazioni segnano i cinquant'anni dal momento in cui i carri armati del Vietnam del Nord comunista sfondarono i cancelli del palazzo presidenziale di Saigon, sconfiggendo il Sud appoggiato dagli Stati Uniti e infliggendo un duro colpo al prestigio morale e militare americano.

Ad aprire il corteo, una composizione di bandiere a forma di loto, con in evidenza una grande foto del leader rivoluzionario Ho Chi Minh. Il corto è stato composto da circa 13mila persone, tra le quali veterani, soldati, semplici cittadini, che hanno marciato lungo il grande corso Le Duan di Ho Chi Minh City, che porta al Palazzo dell'Indipendenza.

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Venezia e Creta, storia di uno scambio culturale profondo

Venezia, 30 apr. (askanews) - È l'oro delle icone bizantine quello che splende nelle sale di Palazzo Ducale a Venezia, ma brilla anche una storia del modo in cui la Serenissima ha dialogato con gli artisti cretesi, capaci di dare qualcosa alla pittura veneta rinascimentale dopo averne a loro volta assorbito la grande lezione. E' la mostra "L'oro dipinto", che ricostruisce la storia di un legame pittorico e della nascita di quello che viene definito "un mondo di immagini".

"È la a storia di Venezia - ha detto ad askanews Chiara Squarcina, direttrice scientifica della Fondazione Musei Civici Venezia e co-curatrice della mostra - che ci ribadisce ancora una volta come la Repubblica costruisse tutti i rapporti attraverso il commercio e la cultura. Ricordiamo che Candia, che è l'isola di Creta, chiamata Candia dei Veneziani, era un baluardo importantissimo nelle rotte veneziane e che in questa mostra sono raccontati vari episodi, vari momenti di questa grande liaison tra Venezia e l'isola di Creta".

L'esposizione permette di vedere come l'idea dell'oro venga declinata in modi molto diversi, come la pittura prenda forma a poco a poco grazie alla contaminazione tra i due mondi, e racconta anche un aspetto diverso del genio di un pittore come El Greco, i cui dipinti sono forse il cardine intorno al quale si costruisce, senza però esaurirlo, tutto il percorso.

"Sono 150 opere - ha aggiunto la direttrice scientifica - che ci raccontano questo legame, questo dialogo continuo tra Venezia e Creta dove le opere di El Greco, due in particolar modo, una che proviene dal Thyssen di Madrid e una dal Prado, sempre di Madrid, ci spiegano quanto questo artista nato a Creta, stanziale per un breve periodo a Venezia e poi a Roma e concluderà la sua vita in Spagna, ma a lui si deve questa grande visionarietà che poi colpì Cezanne e Pollock".

L'icona è ovviamente l'oggetto simbolo della mostra, che unisce valenza spirituale e artistica, ed è affascinante vedere come anche le icone cambino nel corso del tempo e della relazione tra i pittori greci e Venezia. "Noi nell'icone - ha concluso Chiara Squarcina - troviamo un'impostazione con questi fondi d'oro che ci ricordano i mosaici di San Marco, questo elemento bizantino che ritorna e che rimane come una citazione importante, l'inizio, l'alfa di un sviluppo culturale che poi Venezia porterà avanti in grande autonomia".

È vero, alla fine quello che la mostra di Palazzo Ducale racconta è proprio la storia di Venezia e della sua cultura, capace di crescere assorbendo i tanti mondi diversi che a lei hanno guardato e che da lei hanno imparato. Perché il punto sono proprio gli scambi, che non sono mai stati solo commerciali.

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Pakistan: l'India potrebbe attaccarci nelle prossime ore

Milano, 30 apr. (askanews) - Il ministro dell'Informazione pachistano Attaullah Tarar ha dichiarato oggi di ritenere che l'India possa lanciare un attacco militare contro il Pakistan nelle prossime 24-36 ore, a causa del deterioramento delle relazioni tra i due paesi dopo un attacco terroristico in India, nella regione del Kashmir controllata da Nuova Delhi.

"Il Pakistan ha informazioni di intelligence credibili secondo cui l'India intende compiere un'azione militare contro il Pakistan nelle prossime 24-36 ore, con il pretesto di accuse infondate e inventate di coinvolgimento nell'incidente di Pahalgam", ha dichiarato Tarar su X.

Il ministro ha inoltre sottolineato che a qualsiasi atto di aggressione ci sarà una risposta decisiva da parte di Islamabad.

Il 22 aprile, un attacco terroristico vicino alla città di Pahalgam, nella regione di Jammu e Kashmir, ha ucciso 26 persone, tra cui un cittadino nepalese. L'autodefinito Fronte di Resistenza, affiliato al gruppo Lashkar-e-Taiba, ha rivendicato la responsabilità dell'attacco. L'India ha puntato il dito contro il Pakistan, accusandolo di essere dietro l'attentato.

Martedì 29 aprile il premier indiano Narendra Modi ha dato alle forze armate "completa libertà operativa di decidere sui modi, gli obiettivi e i tempi della nostra risposta", una formula che suggerisce l'imminenza di un'azione militare.

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