Di Franco Bechis

Calenda manda a quel paese gli ambulanti che protestano

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Andrea Tempestini

Piazza Montecitorio, pomeriggio di martedì 21 febbraio. Dopo una giornata campale che ha avuto scontri e anche momenti di violenza, gli ambulanti che manifestavano come i tassisti aspettavano la loro delegazione che aveva appena incontrato il ministro dello sviluppo Economico, Carlo Calenda. Il capo delegazione arriva con una doccia fredda. Da quel che racconta Calenda li ha mandati a quel paese, rivendicando di essere un liberalizzatore e spiegando di non avere problema di consenso, perché non fa il politico e non deve chiedere i voti a nessuno. Non cambierà di una virgola il decreto milleproroghe. L'annuncio scatena la rabbia, il capodelegazione prova ad offrire una mezza buona notizia. Siccome le licenze degli ambulanti scadono solo il 31 dicembre 2018, Calenda ha accolto la richiesta di valutare la legittimità di gare per le nuove licenze indette ora, e non nei 90 giorni precedenti alla scadenza. Il ministro risponderà fra una settimana dopo avere consultato l'Avvocatura dello Stato. Ma la mezza buona notizia non è stata accolta come tale dalla piazza, che ha fischiato e protestato. di Franco Bechis @FrancoBechis