Non si torna indietro

Corea del Nord, il passo fatale: "Questo missile può colpire gli Stati Uniti"

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Giulio Bucchi

La Corea del Nord ha confermato il secondo lancio di un missile balistico intercontinentale nella tarda serata di venerdì e che tutta la superficie degli Usa si troverebbe ora nel raggio dei suoi vettori più avanzati tecnologicamente. Kim Jong-un ha espresso "profonda soddisfazione" per l'ultimo lancio, scrive oggi la Korean Central News Agency, l'agenzia di stampa nord-coreana, e ha "elogiato gli sviluppi" compiuti dalla tecnologia missilistica di Pyongyang. "Abbiamo dimostrato la nostra capacità di lanciare un missile balistico intercontinentale a qualsiasi ora e in qualsiasi luogo e che l'intero territorio Usa è nel nostro raggio", ha scritto la Kcna, citando parole di Kim Jong-un. Il missile lanciato è un atto "sconsiderato e pericoloso", ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e gli Usa faranno "tutti i passi necessari" per assicurare la sicurezza propria e degli alleati. Cina e Russia hanno una "unica e speciale responsabilità" nel contenimento di Pyongyang, ha dichiarato in una nota il segretario di Stato, Rex Tillerson, che rappresenta una "crescente minaccia a livello regionale e globale". Da Pechino, il Ministero degli Esteri cinese ha manifestato la propria opposizione al secondo test di un missile balistico intercontinentale da parte di Pyongyang e ha ribadito l'importanza di evitare una escalation nella penisola coreana. Dopo il lancio di venerdì, avvenuto nella tarda serata, Stati Uniti e Corea del Sud hanno dato il via a esercitazioni congiunte condotte con missili terra-terra e il presidente Sud-coreano, Moon Jae-in, che solo poche settimane fa aveva aperto al dialogo con Pyongyang, ha preso in considerazione la possibilità di sanzioni unilaterali nei confronti del Paese a Nord del trentottesimo parallelo. Tra le misure per il contenimento di Pyongyang, Moon ha citato anche lo spiegamento di ulteriori lanciatori nello scudo anti-missile Thaad (Terminal High-Altitude Area Defense system) dislocato nel sud-est della Corea del Sud, durante una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza Nazionale Sud-coreano convocato nella notte tra venerdì e sabato, subito dopo essere stato informato del l'ultimo lancio di Pyongyang.