L'addio di Obama a Nelson Mandela
"E' un particolare onore essere qui, con voi, per celebrare una vita, quella di Mandela, come quella nessun altro": con queste parole il presidente Usa, Barack Obama, ha dato inizio al suo atteso discorso in ricordo di Nelson Mandela, alla cerimonia di addio al padre della lotta all'apartheid a Soweto. Mandela, ha aggiunto Obama, è stato "un gigante della storia". Nelson Mandela "non è un'icona", "era un uomo in carne ed ossa", che ammetteva le sue imperfezioni ed è per questo che "lo amavamo così tanto", ha proseguito nel suo elogio funebre a Nelson Mandela. "La tentazione è di ricordare Mandela come un'icona, ma Madiba ha resistito a questo quadro privo di vita", ha detto Obama tra gli applausi. "Madiba insisteva per condividere con noi i suoi dubbi, le sue paure, i suoi calcoli sbagliati, insieme alle sue vittorie. Diceva 'Non sono un santo a meno che non pensiate che un santo sia un peccatore ma che continua a provarci". Troppi leader che celebrano oggi Nelson Mandela, in realtà non tollerano il dissenso dei loro popoli. Così il presidente Usa, Barack Obama, nel suo elogio funebre ha ricordato la lezione al mondo lasciata dal leader sudafricano. "Ha reso me un uomo migliore" ha detto Obama che è riuscito con il suo discorso a toccare gli animi della platea. Con un discorso appassionato, dinanzi ai 'grandi del mondò ma anche a leader contestati come il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, Obama ha ripercorso la vita del presidente sudafricano descritto come "l'ultimo grande liberatore del XX secolo". "Come Gandhi ha portato avanti un movimento che sembrava avesse poche possibilità di successo, ha dato una voce potente alle rivendicazione degli oppressi e e alla necessità morale di una giustizia razziale". "Non vedremo mai un altro come Mandela", ha proseguito, "ma lasciatemi dire ai giovani sudafricani e di tutto il mondo che potete fare vostro il suo lascito. Trent'anni fa, quando ero ancora uno studente, ho conosciuto Mandela e la sua lotta. Ha mosso qualcosa in me, ha risvegliato le mie responsabilità verso gli altri e verso me stesso. E mi ha condotto - ha continuato in un crescendo - verso un improbabile cammino che mi ha portato qui oggi". E in ultimo il presidente americano ha citato la poesia 'Invictus' scritta dal poeta inglese William Ernest Henley e utilizzata da Mandela per lenire il suo dolore durante la prigionia negli anni dell'apartheid. "Non importa quanto sia stretto il passaggio, quanto piena di castighi la vita: io sono il padrone del mio destino, sono il capitano della mia anima". "E che grande anima era la sua" ha aggiunto Obama.