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Family Day, Kiko Arguello sul femminicidio: "Se la moglie se ne va primo moto è ucciderla, secondo è uccidere i figli"

Caduta di stile ai limiti dell'incredibile quella di Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale. Il prelato ha tenuto un discorso durante la manifestazione del 20 giugno promossa a Roma, in piazza San Giovanni, dal Comitato “Difendiamo i nostri figli”. A far discutere è il suo passaggio sul femminicidio: “Dicono che questo tipo di violenza di genere -  ha cominciato - sia causato dalla dualità maschio-femmina. Bene, non è così. Se quest'uomo (riferito all'uomo svizzero che rapì le figlie e poi si uccise) è ateo nessuno gli conferisce l'essere come persona, ha solo una moglie che gli dà un ruolo: "Tu sei mio marito" e così lui si nutre dell'amore della moglie". Fino a qui ancora accettabile come ragionamento, come a dire che senza la presenza di Dio l'unica persona che nella coppia conferisce amore è la donna. Bene, ma è il seguito a gelare il sangue nelle vene. La frase dello scandalo – Cosa succede infatti se la donna decide di lasciare il proprio uomo? Per un'altra donna, poi? Ecco, in questo caso l'omicidio è inevitabile: “Se la moglie lo abbandona e se ne va con un'altra donna quest'uomo può fare una scoperta inimmaginabile, perché questa moglie gli toglie il fatto di essere amato, e quando si sperimenta il fatto di non essere amato allora è l'inferno. Quest'uomo sente una morte dentro, così profonda che il primo moto è quella di ucciderla”. Ma il delirio non finisce qui. Non pago di aver praticamente detto che è normale pensare di uccidere la moglie se questa se ne vuole andare, Arguello coinvolge anche i figli: “il secondo moto, poiché il dolore che sente è mistico e terribile, piomba in un buco nero eterno e allora pensa: 'Come posso far capire a mia moglie il danno che mi ha fatto? Allora uccide i bambini. Perché l'inferno esiste”.

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