Crozza sul voto in Giunta: "Siamo il bel palese"
Ha ironizzato su Quagliariello, ha raccontato di quanto era asino a scuola, ha parlato del datagate. Ma, tema sicuro su cui giocare, il siparietto di Maurizio Crozza si è concentrato sull'ossimoro voto segreto e voto palese. La copertina satirica del comico, nella puntata di ieri, martedì 29 ottobre, a Ballarò, non poteva infatti non aprirsi sul tema caldo della decadenza di Silvio Berlusconi da Senatore della Repubblica. Lampante, e contorto, l'esordio del monologo: "La Giunta che deve decidere su come decidere sulla decadenza di Berlusconi ha deciso di non decidere. Continuerà la discussione tra voto palese e voto segreto". Poi, Crozza ha continuato, pungente: "Se cominci a distinguere tra voto palese e voto segreto non è che hai la coda di paglia, hai un fienile che ti spunta dal c…”. Palese, segreto, due termini così contrapposti che al conduttore sono saltati in mente alcuni esempi, per spiegare come nel nostro paese "ci sia sempre qualcosa di palese e qualcosa di segreto": "Siamo il Bel Palese. Che si debbano pagare le tasse è palese… come usano i nostri soldi: segreto; che a Ustica sia stato un missile è palese... perché ce lo dicano trent'anni dopo, è segreto; che un senatore condannato si debba dimettere è palese, c…. perché ora forse ci dobbiamo beccare pure sua figlia… è segreto". Ciò che però è ancor più palese, è che ancora non si sa se il voto sarà segreto, o palese. Crozza sembra "soffrire" di questa storia infinita, Berlusconi e non Berlusconi, decadenza e non decandenza, voto palese e voto segreto, tant'è che arriva a ipotizzare perfino un trattamento particolare per il leader di Forza Italia anche da parte di Dio nel momento del Giudizio Universale: "Gli empi all'inferno, i probi in paradiso e Berlusconi… slitta a dicembre".