Facci: "Lo spread se ne fotte dell'Italia"
I mercati internazionali, le banche centrali europee, Merkel e Sarkozy dicevano: "Se l'Italia non farà le riforme, lo spread continuerà a salire". Poi la questione è diventata un po' più personale: "Berlusconi non è credibile, se non se ne va lo spread salirà". Quindi Berlusconi ha scritto una lettera, ma l'Europa e le opposizioni non gli hanno creduto. E lo spread è salito. Allora Berlusconi ha fatto il furbo: metto la fiducia sulla lettera presentata a Bruxelles, vediamo chi ci sta. Ma non andava bene: perché se l'opposizione non avesse votato quelle riforme, lo spread avrebbe continuato a salire. Se invece l'opposizione avesse votato la fiducia, il governo Berlusconi sarebbe rimasto in carica. E lo spread avrebbe continuato a salire. In mano al tecnocrate - Altra ipotesi: se Berlusconi si dimetterà cedendo a un suo vice come Alfano o Letta lo spread avrebbe continuato a salire. Alla fine, Berlusconi ha annunciato: "Mi dimetterò dopo il voto sul maxiemendamento". Nessuno ci ha creduto, il capo dello Stato, tutto allarmato, ha rassicurato tutti sulle dimissioni ma nessuno ci ha creduto. E intanto lo spread continuava a salire. C'era mistero sulle riforme, su cosa e quando avrebbe votato il Parlamento, su cosa sarebbe accaduto dopo le dimissioni di Berlusconi. Nel frattempo, l'Europa ha chiesto una sesta manovra aggiuntiva e ha detto no alle elezioni anticipate. Allora Napolitano ha preso il tecnocrate Mario Monti e nominato senatore a vita. Risultato: ecatombe totale con lo spread alle stelle e la banca inglese Barclays a definire l'Italia un "paese sul baratro". L'amara verità - E mentre lo spread continua a salire, forse è il caso di porsi qualche domanda: non è che i mercati internazionali ce l'hanno con noi e se ne fottono di ciò che succede in Italia perché è in atto una grande speculazione? Cosa può fare Napolitano? Lapidare Berlusconi? Mettere un bancomat al governo? Cedere il Quirinale alla Merkel? di Filippo Facci