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Immigrazione, anche il Papa vota Minniti: "Accoglienza sì, ma...", la clamorosa svolta del Vaticano

Finalmente anche il Santo Padre dice basta all' immigrazione selvaggia e incontrollata. Dopo mesi di "continua, insistente, ossessiva predicazione a spalancare le frontiere a milioni di migranti", come scriveva ieri Antonio Socci su questo giornale, anche papa Francesco cambia rotta. Dall' aereo che dalla Colombia lo riportava in Italia, il Pontefice ha dichiarato alla folta pattuglia di giornalisti che lo accompagnava di «apprezzare la linea del governo italiano sui migranti e sulla Libia». « Un governo» ha aggiunto «deve gestire questo problema con la virtù propria del governante, cioè la prudenza». Cosa significa? «Primo: quanti posti ho» ribadisce il Papa. «Secondo: non devo solo riceverli, ma integrarli». In sostanza il capo della Chiesa cattolica riconosce che c' è un limite invalicabile all' accoglienza degli immigrati e che ogni singolo Stato deve fare bene i conti sulle proprie risorse, sulla effettiva capacità di accogliere con dignità i migranti e sulla necessità di integrarli nella giusta maniera. E il Pontefice spiega bene il concetto in un secondo passaggio, quando cita il suo recente viaggio in Svezia: «Ho parlato della politica di integrazione di questo paese come un modello» dice papa Bergoglio «ma anche la Svezia ha detto, con prudenza: il numero è questo, di più non posso, perché c' è il pericolo della non integrazione». Dunque il nuovo messaggio del Santo Padre è sì all' accoglienza, ma ordinata, contingentata e in relazione alle possibilità economiche del Paese ospitante. Papa Bergoglio apprezza la linea del governo italiano sui migranti e anche sulla Libia. «Ho l' impressione» aggiunge «che il governo italiano stia facendo di tutto per risolvere la questione umanitaria in Libia». Cioè fare in modo che le autorità libiche, le milizie, le organizzazioni umanitarie lavorino insieme per migliorare le condizioni di vita dei migranti tuttora rinchiusi in quelli che il Santo Padre non esita a definire veri e propri "lager". Ma papa Bergoglio ribadisce anche il principio, fin qui poco seguito dai "buonisti" di casa nostra, che «l' Africa è amica e va aiutata a crescere». Secondo il massimo rappresentante della cristianità sulla terra, tanti paesi sviluppati vanno in Africa per sfruttare. È giunta l' ora di capovolgere questo assioma aiutando quelli che fuggono dalla fame, cioè i migranti economici, con investimenti che li aiutino a crescere sul posto. Sembra trascorso un decennio da questa diversa impostazione del Vaticano sull' immigrazione. E invece, sono trascorse solo poche settimane. I concetti che nel vocabolario di Matteo Salvini o Giorgia Meloni o Maurizio Gasparri venivano liquidati come «beceri e razzisti» dall' intellighenzia sinistrorsa, cioè fermiamo l' invasione e aiutiamoli a casa loro, sono oggi rivalutati dalla massima autorità ecclesiastica, cioè con quella bandiera che i tanti "buonisti" e "affaristi dell' immigrazione" si ammantavano per giustificare la loro crociata sulle porte aperte a tutti e per tutti. Chissà se ora la presidente della Camera Laura Boldrini, o il presidente del Senato Pietro Grasso, o il sindaco di Milano Beppe Sala faranno anche loro retromarcia o se si intestardiranno sui mantra che enunciavano fino a ieri da ogni pulpito. E chissà se le varie Ong, Medici senza frontiere in testa, che accusano il governo italiano e l' Europa di collusioni coi trafficanti di uomini in Libia, finalmente accetteranno -come auspica il Santo Padre- di sporcarsi le mani in terra libica per aiutare i migranti rinchiusi nei lager e sottoposti- come denuncia il presidente di Msf, ad ogni sorta di violenza e di stupri, anziché tornare -come vorrebbero- a fare servizio taxi per gli immigrati, in combutta volontaria o involontaria con gli scafisti. Questo giornale, è stato sempre coerentemente contro l' immigrazione incontrollata e illegale. Ha sostenuto in più occasioni l' impossibilità per qualsiasi comunità di sostenere il peso di un' invasione senza regole. Per questo siamo stati accusati di razzismo, di xenofobia anche quando personaggi autorevoli come l' ex premier Matteo Renzi hanno cambiato radicalmente idea allineandosi, nei fatti, sulla nostra posizione e dando in sostanza via libera all' azione "frenante» del ministro Marco Minniti sugli immigrati. Non ci aspettiamo né scuse né riconoscimenti, ma la diversa strada imboccata ora dal Santo Padre ci conforta e ci sprona a continuare nella nostra battaglia di libertà, al servizio esclusivo dei lettori e nell' interesse di tutti gli italiani che reclamavano, non a torto, il controllo dei nostri confini. di Francesco Bozzetti

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