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Giancarlo Giorgetti protagonista del governo Draghi, tra le pressioni del partito e le crisi aziendali

Del legame tra Mario Draghi e Giancarlo Giorgetti s’è scritto tanto. Si sa che l’ex eminenza grigia del Carroccio ha deciso di mettersi in gioco in prima persona solo per un governo di emergenza nazionale come questo e perché a presiederlo c’era una personalità del calibro dell’ex banchiere centrale. Si sa che Giorgetti ha guidato i primi passi in Parlamento di Supermario sedendosi alla sua destra e correggendo il premier quando ha commesso qualche gaffe, per esempio sul numero di malati in terapia intensiva. E si sa che Giorgetti sta lavorando in Europa, in nome e per conto di Draghi, per cambiare la politica fallimentare sui vaccini accelerando sui piani di produzione interna delle dosi anti-Covid. Basti vedere i recenti incontri con il commissario francese al Mercato Interno Thierry Breton. Il punto è che quando, speriamo presto, si ricomincerà a parlare di qualcosa che non sia Covid, il ministero dello sviluppo economico diventerà fondamentale. Ex-Ilva di Taranto- Whirlpool, Alitalia, ex-Embraco ci sono in ballo 102 tavoli di crisi aziendali e migliaia di posti di lavoro con i sindacati che lo aspettano con il fucile spianato. Passa da lì la vera sfida di Giorgetti che avrà di certo al suo fianco Draghi e si spera una situazione economica in miglioramento anche grazie alle risorse del Recovery fund.

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