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Anche l'arte di Michelangelo era politica: lo dimostra il monumento sepolcrale di Giulio II

Gli effetti speciali sono un insieme di tecniche e tecnologie utilizzate per simulare degli eventi altrimenti impossibili da rappresentare. Il primo effetto speciale in questo senso è attribuito a Oscar Rejlander che nel 1856 ideò il primo "trucco fotografico" combinando sezioni differenti di 32 negativi in una singola immagine. In realtà secoli prima un genio del Rinascimento aveva trovato il modo di creare un effetto speciale e di lasciare a bocca aperta chi si fosse trovato di fronte alla sua opera. Si tratta di Michelangelo Buonarroti che diede vita a un sorprendente fenomeno visivo che supera i moderni effetti speciali in quella che è considerato il suo capolavoro: il monumento sepolcrale di Giulio II realizzato nella Basilica di San Pietro in Vincoli, a Roma. Lo si vede bene nel filmato realizzato dall’ufficio stampa e comunicazione del ministero dei Beni culturali. Il time lapse mostra il perché, con la riconfigurazione monumentale del 1542, Michelangelo pose l’immagine di Mosé al centro del complesso, tra la figura della Carità e quella della Fede. Questo monumento allude infatti al dibattito sulla salvezza negli anni degli aspri scontri tra luterani e contro-riformati e sulla necessità di non separare opere e fede. Lo spiega Antonio Forcellino, architetto, storico dell'arte e restauratore che, negli anni passati, ha curato il restauro del Mosé e che in questi giorni sta portando a compimento un intervento pulitura dell'opera sotto la tutela della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro.

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