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Scuola, il rientro in classe sarà un massacro: che cosa dicono i presidi

Lunedì si rientra in classe, ma tra mille incognite sulla sicurezza. Non è chiaro, infatti, quanti istituti possono garantire il distanziamento e i test salivari all'ingresso non partiranno prima di maggio. I sindacati fanno muro contro il governo, si aggiungono le Regioni che, per bocca del governatore Massimiliano Fedriga avvertono: "Serve maggiore chiarezza". Sono soprattutto i presidi a porre il problema e a voler fare in autonomia, in una sorta di autogestione che rischia di mandare in tilt il sistema. Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, dichiara infatti: "Se la scelta politica è quella di rientrare al 100 per cento, si rientra. Ma se vogliamo che il distanziamento sia rispettato dobbiamo concedere ad ogni singola scuola di stabilire la percentuale di rientro". Ma così facendo si rischia di avere nella stessa regione o addirittura della stessa città una scuola operativa al 70% e un'altra al 30: una gran confusione. Il preside Mario Rusconi è certo:  Dire che 8 milioni di studenti faranno lezione in presenza, è eccessivo. La distanza di un metro non è garantita. Per cui in molti casi la scuola continuerà come prima al 50% da casa.

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