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Formaggio o specialità lattiero casearia, scopri le differenze (e che cosa mangi)

Il nostro Casalingo di Voghera Attilio Barbieri ci spiega perché le “Fette morbidissimeCamoscio d’Oro non si possono definire “formaggio”: nella loro produzione infatti è utilizzato il carbonato di calcio. Così il produttore utilizza la denominazione descrittiva: specialità lattiero casearia. Questo prodotto si trova facilmente sui banconi dei supermercati di tutta Italia. Si tratta delle "Fette morbidissime" Camoscio d’Oro. Un formaggio simile al brie, fatto in un caseificio in provincia di Lodi dalla multinazionale francese Savencia. Un colosso presente in circa 120 Paesi al mondo. Ma c’è un tipo di Camoscio d’Oro che molti di voi avranno messo almeno una volta nel carrello della spesa. E’ questo, etichettato come "Fette Morbidissime". Ma fette morbidissime di che cosa? La prima volta che mi è capitato di maneggiare questo prodotto, una sera a cena, a tarda ora, come mio solito, ho cercato inutilmente la denominazione. Mi aspettavo di veder scritto da qualche parte «formaggio». Ma non c’era, nonostante sia obbligatorio dichiarare sulla confezione di cosa si tratti. Si chiama "denominazione di vendita" ed è obbligatoria, insieme ad alcune altre informazioni deve comparire per forza sulla confezione insieme ad altre indicazioni. Nel caso delle Fette Morbidissime manca la denominazione di vendita. Il motivo è semplice: essendo addizionate di carbonato di calcio, un eccipiente utilizzato per tenerle assieme non si possono definire «formaggio». E infatti, come mi ha chiarito un tecnologi alimentare, compare  quella che si definisce «denominazione descrittiva». Vale a dire: specialità lattiero casearia. Ma c’è comunque qualcosa che non torna: sul sito internet Camosciodoro.com compare invece un’altra denominazione di vendita: «Formaggio a fette». Questa sì, fuorilegge.

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