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Vaccinarsi in mezzo ad opere d'arte contemporanea: adesso si può. Al Castello di Rivoli

Vaccinarsi in mezzo ad opere d’arte contemporanea con un sottofondo musicale creato appositamente per far rilassare le persone? Adesso si può. Da giovedì 29 aprile  il Castello di Rivoli apre le sue porte ai cittadini che devono ricevere la loro dose di siero anticovid e lo fa nel migliore dei modi. Del resto da sempre l’arte è anche cura, esperienza che include e coinvolge, capace di essere terapia che elabora il trauma e luogo in cui l’arte coniuga il benessere culturale con il benessere fisico. In collaborazione con la Città di Rivoli e l’Asl To3, il Castello ha creato la sede vaccinale allestita nelle sale al terzo piano del Museo dove è in corso la mostra “Claudia Comte. Come crescere e avere sempre la stessa forma”.  L’artista partendo dall’osservazione della natura e dei suoi mutevoli pattern, elabora ampie installazioni ambientali che incorporano il mondo dalla prospettiva dell’esperienza del digitale. Per la mostra al Castello di Rivoli ha realizzato interventi murali monumentali appositamente pensati per le sale della residenza storica che si sviluppano secondo moduli geometrici ripetuti nello spazio attraverso cui Claudia Comte crea un ambiente ottico avvolgente e vibrante.  In occasione delle vaccinazioni, l’artista ha creato appositamente anche una nuova opera sonora che sarà diffusa negli spazi a partire dal 29 aprile. Durante la permanenza nelle sale che ospitano la sede vaccinale, i vaccinandi potranno ascoltare l’opera sonora The Pattern That Connects, composta dall’artista con la collaborazione di Egon Elliut.  Per aderire alla campagna vaccinale occorrerà accedere al sito della Regione Piemonte e compilare la scheda di preadesione oppure rivolgersi al proprio medico di famiglia. Il Castello di Rivoli è il primo museo d’arte contemporanea al mondo che destina sale espositive a sede vaccinale. Un bellissimo esempio di apertura e di pluralità, un messaggio per tutti di vicinanza in un momento ancora difficile come quello che stiamo vivendo.

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