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Silvano Petrosino, il filosofo dopo la pandemia: "Il virus ci ha insegnato che l'imprevedibile è la sostanza dei nostri progetti"

Costanza Cavalli intervista per Liberotv il professor Silvano Petrosino , filosofo e docente di antropologia filosofica all'Università Cattolica di Milano, che l'anno scorso, subito dopo la prima ondata di Coronavirus, ha pubblicato il volume " Lo scandalo dell'imprevedibile. Pensare l "epidemia ". Il Covid ha messo al muro certezze e abitudini, come un barbaro “impossibile” che cala inatteso sulle città e distrugge la civiltà. In un mondo che punta a prevedere tutto siamo stati presi alle spalle: è giusto pensare a "rimedi" per ripristinare la condizione passata o dobbiamo andare oltre? In che modo?Lo sgomento ha spinto tutti, nelle rispettive discipline, a cercare di delimitare il fenomeno per poterlo “pensare”: virologi, matematici, economisti, commercianti, negazionisti, religiosi, gente comune. Finora sono mancati i filosofi : è arrivato il momento in cui saranno indispensabili? Di fronte all'imprevedibile, abbiamo bisogno di risposte, ma ancora di più abbiamo bisogno di domande nuove? Che ne è del futuro , è pensabile, è costruibile o è un nuovo imprevisto? Dobbiamo ripensare anche alla medicina e alle altre scienze? L'incertezza in cui siamo precipitati ci costringerà ad accettare che la scienza è un'arte, legata alla capacità di intuire e rischiare, e va oltre all'efficacia delle macchine?Può essere che non si trovi dove lo vedevamo e che questa è un'occasione per correggere questo errore di rifrazione, e cercarlo non solo nelle certezze della tecnologia?

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