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Pietro Senaldi sui concorsi per ricercatore: "Politica in corto circuito: per tutelare le donne discrimina i gay"

"La politica è arrivata al corto circuito totale: per tutelare le donne discrimina i gay". Il direttore di Libero, Pietro Senaldi, interviene sull'emendamento proposto in commissione Cultura che prevede dei vantaggi per le aspiranti ricercatrici donne e madri.  "Se un apirante è donna e ha un figlio" tuona Senaldi, "ha un percorso privilegiato sugli uomini etero e pure sugli omosessuali che hanno due difetti rispetto a questo concorso: sono uomini e non sono madri almeno finché non verrà approvata una legge per l'adozione gay". "E' la politica che divora se stessa e che perde di vista le cose davvero importanti", puntualizza il direttore Senaldi. "In un concorso per ricercatore quel che conta non dovrebbe essere il genere, ma i titoli e i meriti. Anche perché i ricercatori, come si è visto con la pandemia che avrebbe dovuto renderci migliori, svolgono un ruolo fondamentale per la società. Se io devo avere una università, o un istituto di ricerca che mi trova un vaccino poco mi interessa se lo studioso è uomo, donna, gay o quanti figli ha. Mi interessa che sappia dove mette le mani e come lo fa". "Questo progetto in commissione Cultura", conclude Senaldi, "ci allontana dal vaccino, ci allontana dalla scienza e ci porta verso uno Stato assistenziale anche nei ruoli dove dovrebbe prevalere solo il merito".

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