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La "riscoperta" di Ben Ormenese, il maestro che bruciò tutti i suoi quadri

Ben Ormenese (1930-2013) è stato uno dei maggiori interpreti di quel grande versante “oggettuale” dell’arte contemporanea che, da Lucio Fontana, giunge vivissimo sino ai nostri giorni. Studente di architettura abbandona gli studi e dal Friuli arriva nella Milano degli anni Sessanta per partecipare attivamente a quel confronto intellettuale in cui erano coinvolti artisti, gallerie, critici e persino collezionisti, e che permise la formazione di sodalizi  in grado di porre le basi di buona parte dell’arte contemporanea. A lui è dedicata la mostra appena inaugurata alla Pinacoteca Comunale di GaetaBen Ormenese e i suoi tempi “che in un percorso antologico di oltre quaranta opere, dalla metà degli anni Sessanta sino all’ultima stagione creativa, ci permette di riscoprire il maestro friulano che nel 1978 ebbe una profonda crisi creativa che lo portò a bruciare, in un notturno falò, le sue opere e ad abbandonare Milano, per tornare in Friuli.  Chi è Ben Ormenese lo spiega Leonardo Conti, curatore della mostra, a Nicoletta Orlandi Posti in questa nuova puntata di ART'è. La mostra è corredata da importanti opere di altri maestri, di rilievo nazionale e internazionale, che per affinità di ricerca o per amicizia, hanno vissuto i tempi di una poetica durata mezzo secolo. Tra questi Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi, Dadamaino, Gianfranco Pardi, Felice Canonico, Paolo Conti, Franco Costalonga e Ennio Finzi.  Si può visitare fino al 15 settembre 2021.

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