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Ddl Zan? Alessandro Sallusti, la signora chic di sinistra e il tizio che "voglio morire prima che mi costringano a essere gay per legge"

Il direttore di Libero Alessandro Sallusti parla del Ddl Zan. E la critica al disegno di legge arriva con il racconto di una storia. "Ero a cena con degli amici, si parlava del Ddl Zan, Con mia grande sorpresa, una signora della sinistra bene milanese ha raccontato una storiella che spiega benissimo il problema che stiamo affrontando, meglio di tanti dibattiti che ascoltiamo. La storiella racconta che negli anni Settanta, Ottanta i gay erano una sorta di comunità perseguitata, vivevano in una catacomba sociale, erano guardati male dall'opinione pubblica. E di questo dobbiamo chiedere loro scusa. Negli anni Novanta, Duemila, i gay hanno preso coraggio, la comunità prende coscienza che essere gay non è niente di straordinario e di questo dobbiamo essere contenti. Poi, la comunità gay diventa lobby, si fa una casta potente, intoccabile, anche arrogante a tratti. Che cosa succederà nel 2020? Il narratore della storia dice: vorrei morire prima che una legge dello Stato mi obblighi a essere omosessuale. Un paradosso? Per certi versi, certamente. Ma facciamo attenzione: la strada imboccata mette a rischio la libertà di essere eterosessuale e non per questo essere bollato come persona inferiore", conclude il direttore.

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