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Accordo Lega-Renzi, Pietro Senaldi: "Draghi al Colle e...". Ecco cosa porta

Il capogruppo della Lega in Senato Riccardo Molinari oggi ha dichiarato in televisione che "con Italia Viva si dialoga meglio che con i Cinque Stelle". Il punto d'accordo è non approvare il ddl Zan e sostituirlo con una legge altrettanto ant-iomofoba ma che rispetti la libertà d'espressione degli individui. Per Pietro Senaldi, condirettore di Libero, "questa intesa in realtà potrebbe essere anche una prova generale che prelude all'intesa sul Quirinale". "Per la prima volta nella storia della Repubblica", continua Senaldi, "si potrebbe avere un nome non indicato dal Pd e questo fa impazzire i dem che pur avendo solo il 18%, peraltro raccolto da Matteo Renzi che poi ha fatto la scissione, si ritengono in diritto divino di poter decidere sul presidente della Repubblica". "Stavolta", incalza Senaldi, "il Pd e la sinistra in generale potrebbe non avere i numeri per l'operazione e si potrebbe creare una maggioranza alternativa per il Colle fatta dal centrodestra al governo con l'aggiunta di Italia Viva, Fratelli d'Italia e buona parte del M5S che è un esercito senza arte né parte in vendita al miglior offerente". Chi potrebbe mai essere questo candidato? Per Senaldi il candidato naturale è "Mario Draghi che lascerebbe Palazzo Chigi, ma non per questo si dovrà andare a votare". E spiega: "Si potrebbe sostituire con un altro tecnico di suo gradimento per non dire d'indicazione dello stesso Draghi, potrebbe andare avanti un anno dopodiché potrebbe anche rappresentare il passe-partout del centrodestra che nel 2023, stando ai sondaggi attuali, stravincerebbe le elezioni. Questo progetto toglierebbe il pallino della politica e tutto quello che ne consegue al Pd e per questo tutti si agitano attorno alla legge Zan, alla giustizia. In realtà si agitano semplicemente per il fatto che il Pd vuole continuare a governare pur essendo una minoranza totale e assoluta".

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