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Pietro Senaldi e il ricatto sulla giustizia: "La riforma Cartabia? Un compromesso: ecco le colpe di magistrati e grillini"

Pietro Senaldi, condirettore di Libero, apre il suo editoriale di oggi parlando dell'assoluzione di Gianni Alemanno dopo sette anni di calvario giudiziario e di Lara Comi che indagata non ha potuto candidarsi alle Europee dove sarebbe stata sicuramente rieletta ed è stata assolta dopo due anni. "Due carriere politiche stroncate dalla magistratura, ma i giudici non pagheranno", tuona Senaldi per il quale è evidente quanto sia necessaria non solo la riforma Cartabia,  ma anche il referendum della Lega e dei Radicali sulla responsabilità dei giudici. Per quanto riguarda la riforma Cartabia "è chiaro che sia un compromesso", dice Senaldi facendo notare che "l'associazione nazionale dei magistrati ravvisa addirittura dei profili di illegittimità perché introduce il concetto di improcedibilità anziché di prescrizione, ovverosia il reato resta ma non si può più fare il processo ed è una contraddizioni in termini a livello giuridico". "La riforma", prosegue il direttore, "è senza dubbio criticabile, ma il ministro non ha potuto agire di testa sua ma ha dovuto trovare una soluzione di compromesso con i grillini e con i magistrati che erano completamente contrari a riformare la malagiustizia. Quindi tutte le pecche e le macchie di questa riforma sono ascrivibili all'ostruzionismo dei magistrati e dei grillini che ora la criticano".

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