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Ddl Zan, Alessandro Sallusti svela tutti i rischi: "Neanche recitare il Padrenostro sarà più sicuro"

Molta parte dell'opinione pubblica percepisce il decreto Zan come una cosa lontana, che riguarda chi ha a che fare con problemi di identità sessuale e non tutti i cittadini. "Le cose non stanno esattamente così" mette in guardia Alessandro Sallusti, direttore di Libero. E fa due esempi per dimostrarlo: "Un'associazione qualsiasi potrebbe fare un esposto alla Procura della Repubblica perché nelle parrocchie italiane si insegna il catechismo. Siccome nel catechismo ci sono chiare, nette distinzioni di genere e anche dei giudizi morali un giudice qualsiasi, e in Italia è pieno di giudici bizzarri, potrebbe mettere fuori legge il catechismo e inquisire tutti i parroci o insegnanti di religione". Prosegue Sallusti: "Addirittura potrebbe esserci qualcuno, visto che in Italia è pieno di pazzi, che presenta un bell'esposto perché in un luogo pubblico viene detto il Padrenostro". Spiega il direttore: "Padre nostro che sei nei cieli: padre è una distinzione di genere e allora bisognerebbe dire 'gender nostro', oppure 'genitore A nostro'. Questi sì, sono un po' dei paradossi ma la magistratura italiana e molti italiani ci hanno insegnato che purtroppo in questo Paese i paradossi diventano realtà"

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