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Quel “pazzo” di Munch che con un Urlo diede forma all'angoscia e all'ansia dell'uomo

L’Urlo di Edvard Munch è un potente simbolo della sofferenza umana. L'uomo in primo piano esprime, nella solitudine della sua individualità, il dramma collettivo dell'umanità intera. Il ponte, la cui prospettiva si perde all'orizzonte, richiama i mille ostacoli che ciascun uomo deve superare nella propria esistenza, mentre gli stessi amici continuano a camminare tranquillamente, incuranti dello sgomento individuale, rappresentano con cruda disillusione la falsità dei rapporti umani. A questo dipinto,  realizzato nel 1893, la studentessa di Storia dell’Arte, Sofia Lipoli, dedica la nuova puntata di Art of Change: si tratta infatti di un quadro rivoluzionario perché anticipa il movimento dell’espressionismo. Munch infatti rifiuta il concetto di una pittura tesa al piacere del senso della vista, spostando la visione dall’occhio all’interiorità più profonda dell’animo umano con un l'atteggiamento profondamente drammatico.  Nel 2021 i curatori del Museo Nazionale della Norvegia hanno commissionato una indagine tecnica sull’opera ed hanno scoperto che nella prima versione della l’Urlo del 1893 esposta a Oslo è presente una frase in inglese nell’angolo in alto a sinistra. C’è scritto: Can only have been painted by a madman che in italiano si può tradurre "può essere stato dipinto solo da un pazzo". Ma Edvard Munch non era pazzo, esprimeva visivamente l’ansia e l’angoscia alle quali sono condannati le donne e gli uomini contemporanei. Altro che folle, più lucido di così non poteva essere.

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