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Benzina e luce, prezzi fuori controllo. Ecco perché lo Stato ci guadagna

Non tutti piangono con i rincari dell'energia. Vediamo, ad esempio, cosa succede con i carburanti. Nel 2021 a causa della corsa del grego i prezzi alla pompa hanno subito degli elevati importanti. La benzina è passata da un costo medio di 1,47 euro al litro registrato a gennaio fino a 1,72 euro al litro di ottobre. Si tratta di un incremento del 17%. Non differente la situazione del diesel . Il gasolio a inizio anno costava 1,34 euro al litro. Oggi il prezzo medio ha raggiunto gli 1,58 euro. Si tratta di un rialzo di quasi il 18%. Ancora peggio è andata con il gpl , arrivato a 0,79 euro al litro, con un balzo del 25,4%. Oltre a svuotare le tasche dei consumatori questi rincari hanno, però, contemporaneamente riempito lecasse dello Stato . Sulla vendita dei carburanti, infatti, si applica un'aliquota Iva del 22% a cui bisogna sommare anche le accise, che, paradossalmente, vanno a gonfiare la base imponibile, provocando una sorta di doppia tassazione. Quanto ha guadagnato l'erario? A fare due calcoli ci ha pensato la Cgia di Mestre, che ha messo insieme i rialzi di prezzo verso l'alto e l'aumento dei consumi dovuto alla ripartenza delle attività economiche rispetto all'anno travolto dalla pandemia. Il risultato è un gettito aggiuntivo di circa 1 miliardo. Ora, è vero che il governo ha stanziato in manovra due miliardi di euro per compensare il caro bollette provocato dalla crisi energetica (che tra l'altro solo nell'ultimo trimestre è stato di 9 miliardi). Ma è anche vero che la metà di quella somma se l'è già ripresa da automobilisti e camionisti. E un'altra bella fetta se la riprenderà con l'aumento del gettito derivante dalle tasse applicate su luce e gas, anch'esse gonfiate dai super rincari. Insomma, alla fine paghiamo sempre noi.

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