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Monte Verità, quell'utopia di inizio Novecento non è mai stata così attuale: "Back to Nature"

Nicoletta Orlandi Posti per questa nuova puntata di ART'è è andata a Firenze dove il Museo Novecento ha inaugurato la mostra "Monte Verità. Back to nature". Curata dal direttore del museo Novecento Sergio Risaliti con Nicoletta Mongini e Chiara Gatti, l'esposizione ripercorre l’esperienza centenaria di Monte Verità, una comunità utopica che intreccia i destini di intellettuali e maestri del Novecento. Dall’anarchico Bakunin al coreografo ungherese Rudolf Von Laban, dal teorico anarco-comunista Kropotnik al dadaista Hugo Ball, dalla danzatrice Isadora Duncan al grande scrittore Herman Hess. E ancora dal Bauhaus Walter Gropius agli artisti Jean Arp e Paul Klee, da Carl Gustav Jung al curatore Harald Szeeman. Come racconta Nicoletta Mongini, curatrice della mostra nonché responsabile cultura della Fondazione Monte Verità di Ascona. Una sezione importante del progetto è dedicata alla nascita della danza contemporanea come spiega il direttore Sergio Risaliti: "Monte Verità è stato un luogo mitico, una specie di grande magnete che ha attratto verso queste colline sopra Ascona il meglio della cultura europea agli inizi del Ventesimo secolo. Tra questi Rudolf von Laban, che è stato uno dei grandi coreografi del quello che insieme a Isodora Duncan  e Vaslav Nijinsky, che ha rivoluzionato la coreografia moderna e contemporanea superando i limiti del balletto accademico. E anche in questa disciplina, in questo linguaggio, Monte Verità è stato un luogo di libertà espressiva, ma anche di comportamenti quasi trasgressivi per l’epoca che forse solo oggi noi comprendiamo a pieno  e ne capiamo il valore anche in modo retrospettivo perché quell’utopia lì, quei modelli e comportamenti di vita, quel ritorno alla natura certo è di una attualità oggi sconcertante.

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