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Caro bollette, il governo con una mano dà e con l'altra toglie: 8 miliardi in meno di tasse ma 85 in più di gas e luce

Se ne parlava da giorni e l'attesa era grande. Certo, il premier Draghi aveva già fatto capire che a poche settimane dalla manovra di bilancio e alla vigilia del voto per il Quirinale l'ipotesi di uno scostamento di bilancio non sarebbe stata sul tavolo. Ma era stato lui stesso a fine anno e in successive conferenze stampa ad annunciare che per il caro bollette ci sarebbero stati altri soldi oltre ai 3,8 miliardi già stanziati in Finanziaria. Ad accrescere le aspettative ci ha pensato il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, illustrando alla Camera un pacchetto di proposte in grado di recuperare 10 miliardi per compensare i rincari. Misure non facilmente realizzabili in tempi brevi. Così è cominciata a circolare la voce di un provvedimento iniziale di 4 miliardi. E invece, dal cilindro del titolare dell'Economia, Daniele Franco, severo custode dei saldi di bilancio, alla fine sono spuntati solo 1,7 miliardi. Meglio che niente? Forse. Certo è che la somma appare del tutto inadeguata a tamponare l'emergenza. E le critiche piovute da tutte le associazioni imprenditoriali ne sono una dimostrazione. Ad evidenziare, numeri alla mano l'insufficienza dello sforzo governativo ci ha pensato la Cgia di Mestre, mettendo a confronto le risorse stanziate con gli aumenti previsti. Da una parte ci sono le famiglie, che nel 2022, sulla base di simulazioni effettuate da Nomisma Energia, pagheranno oltre 30 miliardi in più di bolletta. Dall'altra ci sono le imprese, che avranno un incremento delle tariffe pari a 59 miliardi. In tutto fanno più di 89 miliardi. Considerando che per il primo trimestre il governo ha stanziato complessivamente 5,5 miliardi fare il calcolo è facile. Gli aiuti pubblici ammontano al 6% degli aumenti stimati. Non è un caso, viene da dire, che nessuno parli più degli 8 miliardi di tasse tagliate. Chi se ne accorgerà con una mazzata di quasi 85 miliardi in arrivo?

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