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Vittorio Feltri scambiato per un brigatista da Sandro Pertini: "Gendarmi, arrestatelo"

Incontri ravvicinati, non facili, tra Vittorio Feltri e Sandro Pertini. Nel corso della diretta per il Quirinale dalla radazione di Libero, il fondatore ricorda quando quarant'anni fa fu inviato dal Corriere della Sera a Nizza, in via Pastorelli, dove il presidente della Repubblica aveva una casa, per intervistarlo sul tema del carcere dell'Asinara. "Io arrivai ma lui non c'era, la portiera mi disse di aspettarlo una decina di minuti. Allora io rimango sul portone e quando arriva mi avvicino. Lui si spaventa, pensando che fossi un brigatista anche se io non ero proprio vestito da brigatista...". Alessandro Sallusti, accanto a lui, ride. Feltri, imitando la voce di Pertini, ricorda ancora: "Disse: 'Gendarmi, arrestate quest'uomo! Fermatelo!'. Mi scusi presidente, io sono un giornalista del Corriere... 'Ma quale giornalista...'".

Dopo averlo convinto, "facemmo quattro chiacchiere e fu anche abbastanza gentile, nonostante il suo caratterino. Il giorno dopo a casa a Bergamo e appena entrato mi telefonarono dal Quirinale, passandomi Pertini: 'Caro Feltri, lei mi deve perdonare, io ieri ho avuto un po' di timore perché lei sa in questi momenti... Io le auguro un buon anno, vedrà che lei avrà fortuna nella vita'.". "Beh, ha portato bene", commenta il direttore Sallusti. E Feltri annuisce con un sorriso: "Tanto male non è andata". 

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