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Volodymyr Zelensky, iniziata la caccia all'uomo russa a Kiev: l'unica soluzione è la resa?

Le ragioni del popolo e le ragioni della politica. La voglia di combattere e la necessità di arrendersi. In Ucraina, a Kiev in particolare, la partita con Mosca si va dipanando su questi due binari, entrambi per gli effetti prodotti. Ma se da una parte ci sono le ragioni del cuore, sentimento di appartenenza, abbraccia di chi è sceso instradando le armi, non avendole mai usate, dall'altra non c'è la corrispondenza dell'azione della diplomazia, di chi dovrebbe trattare e non incitare. Volodymyr Zelensky, insomma, dovrebbe indurre gli ucraini, ma anche le capitali europee, ad abbassare i toni, a far scendere i decibel. In modo da salvare il suo popolo da un inutile, quanto drammatico, massacro. Il martirio non è mai una vittoria. E in russi non sono certo disposti a fare sconti. Però, chi combatte, chi difende il proprio onore e la propria storia, spesso non è disposto ad ascoltare. E Zelensky dovrebbe fare anche questo, farsi ascoltare davvero, non solo indurre a combattere.

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