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Marc Chagall, il bimbo ebreo russo che usò l'iconografia cristiana per raccontare la sorte del suo popolo

Nicoletta Orlandi Posti per questa nuova puntata di ART'è ha visitato al Mudec di Milano la mostra Marc Chagall, una storia di due mondi che affronta l’opera dell'artista da un punto di vista nuovo, collocandola nel contesto del suo background culturale, grazie alla straordinaria collezione nell’Israel Museum, che presenta una selezione di oltre 100 opere donate per la maggior parte dalla famiglia e dagli amici di Chagall. Come spiega la curatrice della mostra, Ronit Sorek, la sua biografia si intreccia con gli eventi cruciali dell’Europa del Novecento: dall’urbanizzazione e dalla secolarizzazione alla Rivoluzione Russa, dalle due guerre mondiali alla migrazione coatta di milioni di persone. I lavori esposti riflettono dunque l’identità poliedrica dell’artista, che è al tempo stesso il bambino ebreo di Vitebsk; il marito che correda d'immagini i libri dell’amata moglie; l’artista che illustra la Bibbia, volendo rimediare così alla mancanza di una tradizione ebraica nelle arti visive; e infine l’originale pittore moderno che, attraverso l’uso dell’iconografia cristiana, piange la sorte toccata nel suo secolo al popolo ebraico. Catalogo 24 ORE Cultura.

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