Dalla pandemia alla guerra

Materie prime, Bruxelles risponde alla crisi: "Ue unita e forte. Demolita la retorica sovranista"

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Paola Natali intervista per Libero Tv i parlamentari europei Andrea Caroppo (Forza Italia - Ppe) e Brando Benifei (Partito democratico - S&D). Parliamo di crisi delle materie prime: “La situazione è complessa, soprattutto a seguito del conflitto in Ucraina”, spiega Caroppo, “ma la situazione era già complicata prima. Al problema carburanti, si è aggiunto quello alimentare. A livello nazionale, il governo ha varato il decreto sugli extra profitti, ma in tutta Europa il prezzo del carburante è superiore a quello italiano. A Bruxelles stiamo cercando di calmierare i prezzi e di affrancarci dalle dipendenze”. Secondo Benifei le politiche europee “sono da intensificare. È la dimostrazione che la retorica sovranista antieuropea va contro gli interessi degli italiani: oggi serve un’Europa forte per salvaguardare anche il nostro Paese. È necessario un piano per la ripartenza sul piano energetico che faccia nuovo debito comune con questa finalità per salvaguardare le imprese e le famiglie più in difficoltà”. L’Europa ha pensato per anni a pagare il meno possibile “con l’approvvigionamento di gas dalla Russia”, aggiunge Caroppo, “Ma ci stiamo muovendo. Per esempio, da qualche mese abbiamo autorizzato l’aumento della produzione dei terreni europei, dal punto di vista agroalimentare, che erano tenuti a riposo per tutelare la biodiversità. Per tutto il 2022 200mila ettari di terreni sono tornati nella disponibilità degli agricoltori per aumentare la produzione di grano e mais”. “Dobbiamo avere politiche convergenti dal punto di vista comunitario”, sottolinea Benifei. “Ma, dal punto di vista delle misure europee, RepowerEu non farà la storia”, ammette Caroppo, “perché gli Stati membri continuano ad avere la loro autonomia: la Francia continua a investire nel nucleare, per esempio. Il nucleare di nuova generazione è l’unica fonte che riuscirà a dare un’autonomia energetica”. Per quanto riguarda le imprese “serve un ulteriore sforzo dell’Ue: chiediamo agli stati cosiddetti frugali di affrontare l’emergenza insieme, come è stato fatto per affrontare la pandemia. Serve emettere nuovo debito comune”, chiude Caroppo, “e dimenticarsi dell’austerity”.