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Bollette alle stelle, ma i disoccupati rifiutano il lavoro. I dati choc

Neanche la recessione all’orizzonte, il razionamento dell’energia alle porte, il caro-bollette e i prezzi alle stelle riescono a cambiare il quadro. Un po’ la concorrenza perversa del reddito di cittadinanza un po’, evidentemente, la voglia di rimboccarsi le maniche che manca. Fattori cui si aggiunge l’incapacità ormai patologica della politica, malgrado gli annunci e le promesse fatti nei mesi scorsi dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, di riuscire a far incrociare offerta e domanda. Il risultato è sempre lo stesso: i posti di lavoro offerti restano vuoti e gli stipendi restano in tasca agli imprenditoriIngegneri, informatici e operai specializzati, ma anche cuochi, camerieri e professionisti nei servizi turistici. Sono queste, secondo il periodico Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, le figure più richieste tra le imprese. L'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, ovviamente, inizia farsi sentire sul mercato del lavoro, che per settembre registra circa 2mila contratti programmati in meno rispetto al 2021, ma il dato complessivo resta comunque positivo. Le aziende, infatti, hanno pronti 524mila contratti di lavoro, dei quali 166mila destinati a giovani sotto i 29 anni. Mezzo milione di posti in un mese non è poco. Però il bilancio finale sarà assai più deludente. Le imprese spiegano che non riescono a trovare candidati per circa 227mila assunzioni. Si tratta del 43,3%, ben 7 punti in più rispetto al 2021. Il problema non è solo la scarsa formazione. Se nell’11,9% dei casi a mancare è una "preparazione adeguata", in un altro 27,8% l’assunzione salta perché non ci sono fisicamente i pretendenti. In altre parole, in tre casi su dieci l’azienda offre posti di lavoro e i disoccupati neanche si presentano.

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