Economia

Ita Airways, un salasso infinito per i contribuenti. E partono persino le assunzioni

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«Basta soldi pubblici per Alitalia», disse l’allora ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nel 2017, all’indomani dell’ennesimo commissariamento di Alitalia, denunciando che per tenere in vita la compagnia di bandiera i contribuenti avevano già sborsato oltre 8 miliardi. Qualche mese fa, a Cernobbio, il leader di Azione ha riproposto la sua indignazione, aggiornando la cifra: il salasso per la fiscalità generale sarebbe salito a 11 miliardi. In realtà, l’esborso complessivo è ben più alto. Secondo i calcoli di Mediobanca il salasso nel 2017 aveva già superato i 10 miliardi. Se a questo aggiungiamo gli 1,3 miliardi stanziati dal governo Conte 2 per capitalizzare la nuova Ita Airways il totale sfiora i 14 miliardi di euro. Il risultato è storia di questi mesi. Una trattativa per la privatizzazione, che neanche super Mario Draghi è riuscito a condurre in porto. Nel frattempo nel Cda se le sono date di santa ragione. Sei consiglieri si sono dimessi in aperta polemica con alcune scelte aziendali e, con l’appoggio dell’ad e dell’azionista Tesoro, hanno sfiduciato il super presidente della compagnia, Alfredo Altavilla, accusato di aver sgambettato una delle cordate in pista e di aver speso un sacco di soldi in consulenze. Ora al posto di Altavilla c’è Antonino Turicchi, chiamato dal nuovo governo a gestire la vendita. Annullata l’esclusiva per Certares & C il nuovo governo ha riaperto la trattativa per la vendita, lasciando Lufthansa a giocare il ruolo dell’ultima spiaggia. La risposta della ex compagnia di bandiera è tirare avanti come se nulla fosse. Qualche giorno fa la società ha annunciato non solo il nuovo volo Roma-Nuova Delhi e quello per le Maldive, ma anche il via libera alla prima fase del piano occupazionale, con la previsione di oltre 1.200 assunzioni il prossimo anno. Si tratta sicuramente di una buona notizia per il personale della ex Alitalia rimasto fuori dal primo reclutamento di Ita. Resta da capire chi è che alla fine gli pagherà lo stipendio.