Senza paracadute

Ilva, il retroscena su Giuseppe Conte: crollo durante le trattative con Arcelor Mittal, governo in ginocchio

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Giulio Bucchi

"Sono un po' stanco", ha ammesso Giuseppe Conte in conferenza stampa. Il caso dell'ex Ilva è "drammatico", per sua stessa ammissione, e rischia di travolgere il premier e il governo stesso, mai così vicino alla rottura. Gli indiani di Arcelor Mittal ci hanno messo del loro, annunciando che l'addio a Taranto di fatto è inevitabile, anche ammettendo la reintroduzione dello scudo penale per i loro dirigenti (Pd e Italia Viva favorevoli, M5s spaccato), perché il nodo vero sono i 5.000 esuberi che la multinazionale pretende per rinegoziare il contratto con il governo.  Leggi anche: "Colpa di questo governo". Sondaggio Masia, Conte e Di Maio alla sbarra Conte, spiega un retroscena del Corriere della Sera, è "furioso" e chiede "rispetto per l'Italia". Ma sono parole vuote perché, ormai l'hanno capito tutti (Arcelor Mittal in testa) il premier non ha nulla in mano da contrapporre: non può accettare un ridimensionamento del più importante polo siderurgico europeo, né può sobbarcarsi i costi di ammortizzatori sociali legati a una cassa integrazione di massa, né soprattutto ha un piano B, una cordata alternativa a cui proporre Taranto. Di fatto, dunque, è come andare in guerra disarmati.  Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev