Dritta al punto

Sardine, l'affondo di Lucia Borgonzoni: "Sono il sintomo della malattia della sinistra emiliana"

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Davide Locano

Il popolo delle sardine? Non preoccupa troppo né Matteo Salvini né Lucia Borgonzoni. Per i leghisti il fatto che al PalaDozza ci fossero un terzo delle persone portate in piazza dai pasdaran anti-salviniani non è affatto un problema. "È una piazza contro Salvini, non per Bonaccini", ragionano nell'entourage del leader del Carroccio, così come rivela La Stampa. E ancora: "Gli slogan delle sardine sono un passo avanti. Una volta, e nemmeno tanti anni fa, in Emilia ci tiravano le pietre". Ed è anche in base a queste considerazioni che si spiega il fatto che Salvini, con grande "fair-play", abbia postato sui social una foto della piazza piena. Leggi anche: Samar, la guida delle sardine apartitica? Ma quando mai... Ma la considerazione più interessante sulle cosiddette sardine arriva dalla Borgonzoni, la quale sottolinea: "Le piazze pacifiche sono da rispettare, meglio se sono per qualcosa e non contro qualcuno. Sul fatto che le sardine guardino a sinistra non c'è dubbio, quindi non tolgono voti a noi - sottolinea la candidata in Emilia Romagna -. L'altra sera in piazza c'erano onorevoli e assessori del Pd, solo senza bandiere e senza simboli. Quella piazza, in realtà, non è la cura, ma il sintomo della malattia della sinistra emiliana". Nel video (Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev) l'abbraccio tra Salvini e Borgonzoni al PalaDozza Da parte della Borgonzoni, insomma, un totale ribaltamento delle concezioni in relazione alla piazza gremita del 14 novembre a Bologna. L'assenza di simboli di partito una dimostrazione del fatto che l'unico collante è l'anti-leghismo. E da che politica e politica, si pensi per esempio al ventennio di Silvio Berlusconi, chi è soltanto "contro" qualcuno raramente vince. E il caso dell'Emilia Romagna potrebbe confermare lo schema. Quanto meno questo è quel che potrebbero pensare Salvini e Borgonzoni.