Gianluigi Paragone: "Vaffanc***, Beppe Grillo e Luigi Di Maio sempre più in basso". I numeri sui leader M5s
Gianluigi Paragone continua la sua battaglia all'interno del Movimento 5 stelle: "Una cosa è sicura. Io non mi fermerò. Chiederò al collegio dei probiviri il rispetto delle norme. Chiederò di sanzionare chi non è in regola con i rimborsi. Non potrà finire tutto in maniera macchiettistica" e "nel caso ricorrerò alle vie legali ordinarie". In una intervista a il Giornale, il grillino che rischia l'espulsione dice di aver "ricevuto la mail che mi notificava il procedimento. Proveniva da un indirizzo che non era neppure certificato. Insieme al mio avvocato abbiamo sorriso". Paragone sarà giudicato dal collegio dei probiviri di cui fa parte il ministro della Pa, Fabiana Dadone. "Se verrò espulso, per non aver votato la fiducia al governo, solleverò una questione di incompatibilità. I suoi due ruoli, probiviro e ministro, sono in conflitto", attacca. "Dovrà essere Luigi Di Maio a decidere. Al ministro degli Esteri non chiedo di risolvere la crisi libica, ma spero sia capace di risolvere almeno questa". Leggi anche: "Mi risulta che 120 di loro...". Casaleggio, è faida nel M5s: soldi, il segreto dei ribelli E ancora: "Un leader non nasce perché si affaccia dal balcone o perché decide di esserlo. Io predico sempre le stesse cose. Sono loro a essere cambiati. Posso solo dire che non sono isolato. C'è una parte del Movimento che mi scrive, mi sprona. Fra i politici che sui social sono più cresciuti nel mese di dicembre, io sono il primo". Quelli che più hanno perduto sono "Beppe Grillo e Di Maio", ormai appiattiti anche sulle Sardine: "Di fronte al bisogno di 'lingua igienizzante' rispondo: Vaffanc***! Un movimento nato sul vaffa, e che ha parlato quella lingua, non può risciacquare i panni in Arno. Quando hai paura della creatura che hai contribuito a far nascere, scompare il movimento e appare il partito".