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Mario Draghi, il Fisco e la frecciata a Conte: "Finora interventi parziali dettati dall'urgenza del momento"

"Negli anni recenti i nostri tentativi di riformare il paese non sono stati del tutto assenti, ma i loro effetti concreti sono stati limitati": inizia così il discorso che Mario Draghi al Senato ha voluto dedicare alla delicata questione del Fisco. E non sono mancati riferimenti, per non dire frecciatine, al modo di agire del governo precedente: "Il problema sta forse nel modo in cui spesso abbiamo disegnato le riforme: con interventi parziali dettati dall'urgenza del momento, senza una visione a tutto campo che richiede tempo e competenza". Un riferimento, per esempio, ai sussidi a pioggia cui ormai ci si è abituati durante la pandemia.

Nello specifico, poi, parlando di Fisco, il neo premier è stato molto chiaro: "Non bisogna dimenticare che il sistema tributario è un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all'altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta. Un intervento complessivo rende anche più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli".

Durante le comunicazioni sulle linee programmatiche del governo, inoltre, il banchiere ha anche messo da parte uno dei progetti cari a Matteo Salvini, la flat tax. Secondo Draghi, infatti, è necessario ridurre il carico fiscale senza rinunciare alla progressività delle imposte. In particolare ha detto che va studiata una revisione profonda dell’Irpef "con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività".

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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