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Mario Draghi, "onorevoli...". Prego? Si rivolge così ai senatori (due volte): gli ridono in faccia, occhio alla smorfia

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Mario Draghi ha sbagliato due volte l’incipit del suo intervento al Senato, suscitando ilarità nell’aula di Palazzo Madama. “Signor presidente, onorevoli deputati”, ha esordito il premier che è stato subito fermato dal vociare generale: all’inizio non aveva ben compreso cosa avesse sbagliato, ma alcuni suoi ministri glielo hanno subito spiegato. “Cosa? Ah, siamo al Senato…”, ha dichiarato Draghi abbozzando un sorriso un po’ imbarazzato dopo essersi tolto la mascherina. Dall’aula si è alzato un applauso di incoraggiamento, ma non è finita qui. 

Il presidente del Consiglio infatti ha riletto l’incipit nello stesso modo, incappando quindi nuovamente in errore: “Signor presidente, onorevoli deputati”. Evidentemente lo aveva scritto sbagliato: stavolta Draghi ha fatto una smorfia, dopodiché finalmente è riuscito a dire l’incipit nella maniera corretta. Prima del curioso episodio verificatosi a Palazzo Madama, a Montecitorio il premier aveva invece ottenuto il via libera al Recovery Plan con 442 voti favorevoli, 19 contrari e 51 astenuti. I deputati di Fratelli d’Italia non si sono espressi, mentre i voti contrari sono arrivati dai parlamentari di Alternativa c’è, componente del gruppo Misto creato da fuoriusciti grillini. 

I tempi sono stretti, ma c’è profondo rispetto per il Parlamento”, aveva dichiarato Draghi nella sua replica alla Camera alla presentazione del Recovery Plan. “La scadenza del 30 aprile non è mediatica - aveva rimarcato - se si arriva prima si ha accesso alla prima quota. Mi dispiace per i tempi ristretti della discussione, ma il dialogo non è finito qui, il contributo che il Parlamento può dare è solo all’inizio. Tutte le riforme saranno adottate con provvedimenti legislativi, il Parlamento avrà un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto”. 

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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