Cocco fresco in salsa polacca: l'inno di Euro 2012
Cocco, cocco, Euro fresco. Nemmeno la fantasia malata di un venditore di cocco costretto a farsi chilometri sotto il sole di Rimini a Ferragosto avrebbe potuto dar vita a un coretto simile. Eppure, è il refrain dell'inno ufficiale di Euro 2012, almeno versante polacco. Koko, Koko, Euro spoko recita un gruppo di attempate signore dalla vocina stridula e, a naso, non rischia di diventare un tormentone tipo la mitologica Un'estate italiana, colonna sonora del giugno 1990 targata Nannini-Bennato, o la Waka-Waka con cui Shakira ha conquistato il Sudafrica mondiale e pure il cuore dello spagnolo Piqué. Poco glamour - Saranno gli autori del pezzo, Jarzebina, una folk band rurale lontana anni luce da palchi e stadi. Sarà il testo ben poco immaginifico (si parla di fratelli che corrono sull'erba e di palle che volano in alto: praticamente la sigla di Holly e Benji) o la lingua polacca, scorbutica e musicale quanto un gessetto sull'ardesia. Oppure gli arrangiamenti, rimasti alla Cortina di Ferro sovietica anno 1981 e con una spolverata di Eurofestival per svecchiare (!) il tutto. Sta di fatto che oltre ai problemi di organizzazione e di infrastrutture, la scelta di Michel Platini e dell'Uefa di dare fiducia al duo Polonia-Ucraina mette a rischio non solo la fiducia dei calciofili ma pure le orecchie dei semplici spettatori. Su altre questioni, tipo la situazione politica di Kiev e le violenze subite in carcere dall'oppositrice ed ex premier Julija Tymoshenko,purtroppo, c'è molto meno da ridere. Ma anche in questo caso Platini preferisce restare sordo.