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Folla ai funerali di Gualtiero Marchesi, lo Steve Jobs dei cuochi

Milano (askanews) - È stato accolto con l'applauso commosso di amici, parenti e colleghi l'arrivo della salma di Gualtiero Marchesi, per l'ultimo addio a Milano a uno dei più grandi cuochi italiani, scomparso a 87 anni, il 26 dicembre 2017. Ad attendere il feretro sul sagrato della chiesa di Santa Maria del Suffragio, nel capoluogo lombardo, molti colleghi chef, tra cui alcuni dei suoi allievi più affezionati come Iginio Massari, Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo e Daniele Oldani per i quali "l'eleganza nel gusto" è stato il suo insegnamento più grande in cucina. "IO non l'ho mai sentito una volta urlare - ha detto Oldani - non l'ho mai sentito farsi dire 'sì, chef'. Ha saputo con molta eleganza e intelligenza portare avanti questa forza di essere italiani. Introdusse 35 anni fa un menu senza pasta né riso. Un coraggio da leone e una vena artistica che pochi hanno e il fiuto di vedere molto avanti. Davvero un visionario totale, lo Steve Jobs della cucina di 35 anni fa era lui". "Uno spirito esigente e anche di gioco - ha aggiunto il masterchef Antonino Cannavacciuolo - aveva sempre una battuta per tutti". Le messa funebre è stata celebrata da don Gino Rigoldi, il cappellano del carcere minorile di Milano, con musica suonata dal vivo dai tre nipoti dello stesso Marchesi. Ha preso la parola, per ricordare il cuoco scomparso, oltre alle due figlie, anche il cuoco svizzero Pietro Leeman, che ha lavorato in diverse occasioni con lui, a partire dal 1984. Alle esequie ha partecipato anche una rappresentanza di cuochi in divisa e cappello da chef della Federazione italiana di categoria. Di fianco all'altare i gonfaloni di Comune di Milano, Città Metropolitana e Regione Lombardia.

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