Il mito, lo spazio e il tempo: la pittura di Giuseppe Buzzotta
Milano, 26 feb. (askanews) -
+++ inviato file caduta di fetonte +++
+++ sono bruttine, lo so +++
Palermo, 25 feb. (askanews) - Una pittura che nasce dal confronto con il mito classico e approda a una tensione biologica, di libertà e difesa della libertà. Sono queste alcune delle suggestioni che vengono evocate dalla mostra di Giuseppe Buzzotta, la "Caduta di Fetonte", che è ospitata a Palermo nello spazio L'Ascensore.
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"E' proprio l'idea di spostarsi dentro questi spazi ignoti - ha spiegato l'artista - facendolo però all'interno di una struttura di conoscenze".
Conoscenze, appunto, che sono uno dei temi del lavoro di Buzzotta, che affronta, con la sua pittura, le questioni dello spazio e del tempo, nel loro non essere entità assolute, nel loro non corrispondere a quella sensazione di immediatezza percettiva con i quali normalmente pensiamo di averle decifrate. E, guardano i dipinti, la curatrice Elsa Barbieri ci apre altre possibili strade interpretative.
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"Nascono da una serie di riflessioni sui campi di forza - ha detto - sulle interconnessioni, e da un esempio, quello del vento, che noi non possiamo conoscere, e dalla ricostruzione della caduta di Fetonte".
La mostra palermitana è aperta al pubblico sempre su appuntamento fino all'8 aprile.
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TESTO PULITO
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Palermo, 25 feb. (askanews) - Una pittura che nasce dal confronto con il mito classico e approda a una tensione biologica, di libertà e difesa della libertà. Sono queste alcune delle suggestioni che vengono evocate dalla mostra di Giuseppe Buzzotta, la "Caduta di Fetonte", che è ospitata a Palermo nello spazio L'Ascensore.
"E' proprio l'idea di spostarsi dentro questi spazi ignoti - ha spiegato - facendolo però all'interno di una struttura di conoscenze".
Conoscenze, appunto, che sono uno dei temi del lavoro di Buzzotta, che affronta, con la sua pittura, le questioni dello spazio e del tempo, nel loro non essere entità assolute, nel loro non corrispondere a quella sensazione di immediatezza percettiva con la quale normalmente pensiamo di averle decifrate. E, guardano i dipinti, la curatrice Elsa Barbieri ci apre altre possibili strade interpretative.
"Nascono da una serie di riflessioni sui campi di forza - ha detto - sulle interconnessioni, e da un esempio, quello del vento, che noi non possiamo conoscere, e dalla ricostruzione della caduta di Fetonte".
La mostra palermitana è aperta al pubblico sempre su appuntamento fino all'8 aprile.